Monti vs Confindustria, il premier come Berlusconi

Monti contro Squinzi: le critiche di Confindustria fanno salire lo spread. Siamo tornati ai tempi di Berlusconi: tutti quelli che criticano sono antitaliani e nemici della Patria

Ve lo ricordate il ritornello di Silvio Berlusconi sull’opposizione e i giornali che lo criticavano? Sono antitaliani, remano contro, giocano allo sfascio e via di seguito, in una difesa che offendeva proprio perché sembrava negare alla radice la regola aurea di qualsiasi democrazia: la libertà di contestare il potere, senza per questo essere additati a nemici della patria.

Bene, con Mario Monti nulla pare essere cambiato: in quanto a tolleranza e rispetto della critica altrui il premier attuale sembra la copia sputata del suo predecessore e riesce persino a raggiungere le stesse vette di comicità: lo spread sfiora i 500 punti? La colpa è del presidente di Confindustria, che contesta la spending review e si augura che venga evitata la “macelleria sociale”. Eventualità che non sembra turbi più di tanto i sogni di Bersani, che dopo essersi fatto sorpassare a sinistra persino da Confindustria sembra pronto a candidare Monti premier e far salire al Quirinale Casini.

Parlando dello spread, passano i mesi ma la situazione sembra bloccata ai tempi dell’Unto del Signore: vuoi vedere che a breve ci toccherà constatare che le geniali manovre montiane non sono servite a una cippa?

(In alto: Giorgio Squinzi insieme a Susanna Camusso – entrambi critici sull’operato del governo Monti, fonte: Infophoto).

Scritto da Style24.it Unit

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