Il cannibalismo dei media e la scatola dei ricordi: l’esempio degli Aqua, “quelli di Barbie Girl”

A volte, su internet, capita di inciampare in qualcosa che non si stava neanche lontanamente cercando e poi di rimanere lì, sopraffatti dai ricordi, passando magari le successive due ore a guardare ogni link ed ogni video correlato.

Ricordate gli Aqua?

Ne avevo perso le tracce anni fa, quando ancora pensavo fossero un gruppetto di teen-synthpop commerciale senza arte né parte.

L'altra sera, in modo del tutto casuale, sono finito sulla pagina del video del loro nuovo singolo. Vai a capire perchè, ma scoprirli invecchiati mi ha colpito come poche altre cose nell'ultimo anno. Assalito dalle memorie d'un tempo che fu – quando loro erano in voga io andavo al liceo – mi son messo a setacciare il web in cerca di notizie. Ho scoperto che si sono sciolti per problemi sentimentali, che han tentato strade diverse, che la cantante (Lene Nystrom, che ho sempre considerato très-charmante) ha provato la carriera singola, e che nel 2007 si sono ritrovati. Forse perchè han finito i soldi, chi lo sa. O forse perchè, in fondo, non erano poi così male.

Ecco, l'ho detto: forse non erano così malaccio. Non so se ciò dipenda dall'onda emotiva che mi ha investito e che m'impedisce di biasimarli come facevo prima, fatto sta che ho riascoltato parecchi dei loro brani (es: qui, qui e qui), e… vi dirò, erano orecchiabili al punto giusto.

Ciò mi ha fatto riflettere. Dal momento che ora, ad anni di distanza, ho rivalutato anche exploit clamorosi come i Take That (ritrovarli meno ossessivamente glamour e più autoironici e umani, tipo qui, mi ha fatto piacere), oso supporre che buona parte della ripugnanza derivasse non tanto da loro, ma dalla giostra dei media attorno a loro. Arrivo a pensare che, tutto sommato, buona parte di chi giunge a quel livello qualche merito ce l'abbia, e che sia l'invasività e la ripetitività dei media a renderli spesso sovraesposti e, dunque, odiosi.
In tv, si sa, ogni valore viene storpiato ed accresciuto: le poche cose belle son dipinte come eccezionali, le mille cose mediocri come stupende, ogni idea è proposta fino alla nausea… tutto per mere questioni di marketing. Solo quando il cannibalismo mediatico si rivolge finalmente altrove riemergono gli effettivi meriti o demeriti, senza più artifici e/o sovrastrutture fasulle.

Ma non è solo questo. E' anche l'osservare il tempo che passa, l'accorgersi che non si è davvero più ragazzini, che quei tempi sono finiti e che, per fortuna o purtroppo, non torneranno. Che non si avrà più a che fare con certa gente, che magari l'odiosa insegnante con cui litigavamo è ora una nonnina, che i rapporti di forza sono cambiati e che ora i giganti della nostra infanzia sono diventati vecchi.

Come gli Aqua (qui in una esibizione a Oslo l'anno scorso), a cui auguro le migliori fortune per il futuro.

Scritto da Style24.it Unit

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