Loredana BertŠ, l’aspirante suicida che voleva solo sonnecchiare

La verità non si saprà mai, lo so bene, però la vicenda del tentato suicidio di Loredana Bertè – che in realtà non era un tentato suicidio ma un pisolino prolungato tra soffici peluche a forma di orso – porta con sè tutta la triste realtà dell'informazione sciacalla e della voglia di apparire.

Un miscuglio letale fatto di Renati Zeri che si fiondando a sussurrare dolci parole dalla porta, di Lede Martini che si piazzano fuori dalla stanza per promuovere il libro, di agenti infoiati che vedono la possibilità di un nuovo tour da tutto esaurito grazie ad una cantante con le cicatrici al polso.

Ma a quanto pare Loredana Bertè non voleva suicidarsi, era semplicemente incazzata e stanca. Così dice lei.

Vogliamo parlare di Studio Aperto? Della strepitosa Laura Piva che per un indefinito numero di volte si è collegata con Stefano La Marca, che a giudicare dalle notizie in suo possesso sembrava in ciabatte sul divano di casa più che sotto l'albergo nel quale Loredana Bertè si stava forse uccidendo? 

Non era successo nulla di nulla, e qui sotto pubblico le dichiarazioni della Bertè a riguardo.

«Avevo avuto una giornata difficile — racconta Loredana —, perché non ero riuscita a incontrare Pippo Baudo cui volevo sottoporre una canzone per Sanremo. Anche la nottata era stata senza pace: la stanza, decisamente troppo piccola, era ingombra di vestiti e cappelli che mi erano stati dati in visione da uno stilista. Inoltre ero impedita da decine di giganteschi pupazzi di pelouche che volevo regalare a dei bambini malati. Così ho comunicato alla reception che non intendevo lasciare la stanza a mezzogiorno come richiesto e mi sono messa a dormire. A questo punto è incominciata una sorta di martellamento. Prima hanno bussato, poi hanno telefonato. Il direttore in persona mi ordinava di sgombrare. A un certo momento è comparsa strillando davanti alla porta una mia sorella maggiore, Leda, che io non vedo da decenni, ma credo interessata a farsi pubblicità per un libro che ha scritto, senza alcuna competenza, su mia sorella Mimì. «Quando i pompieri hanno sfondato la porta sono arrivati due ispettori di polizia i quali mi hanno trovato tranquilla a letto: cercavo di dormire. Hanno immediatamente capito la situazione salvandomi da un contesto degno di "Scherzi a parte. «Nel giro di alcune ore davanti alla mia porta c'era una corte dei miracoli che includeva, oltra a mia sorella, Renato Zero, anche quell'Elia Faustini che doveva organizzare 15 concerti miei quest'estate e dopo 5 concerti è sparito anche con le scenografie di mia proprietà». Certo non è rilassata Loredana Bertè che nella serata di ieri era già rientrata a Milano. «La direzione dell'hotel mi ha fatto passare per matta e aspirante suicida. Non è una bella cosa».

Poi uno fa un rapido calcolo e si ritrova a segnare su un taccuino i pro e i contro delle vicenda. Allora… contro… bah… nulla.

Vediamo i pro: si è saputo di Loredana Bertè e della canzone da dare a Pippo Baudo per Sanremo (non sia mai che non se ne tenga conto da oggi), si è scoperto che Renato Zero è un supereroe che salva Loredana ogni volta che fa qualche cazzata, l'Aldovrandi Palace Hotel ha avuto la sua gloria televisiva, Leda Martini ha detto parole poco carine sulla sorella e ha tirato in ballo Mia Martini (e tutti noi ora abbiamo scoperto del libro).

Voluta o non voluta è stata un'ottima occasione. Ora Loredana la vedrei bene da Fazio. E ovviamente a Sanremo.

Scritto da Style24.it Unit

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