Il Capo dei Capi: un business può essere educativo?

I film che hanno un valore pedagogico dovrebbero essere realizzati con la collaborazione di educatori e psicologi.

Ovvio, no?

Una soluzione così semplice, invece, non viene adottata quasi mai. Ecco perchè, partendo da una serie prodotta da Tao 2 che si conclude stasera su Canale 5….

"La messa in onda di un film porno in prima serata –afferma il presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, a proposito della serie tv su Totò Riina- avrebbe prodotto sicuramente effetti meno nocivi".

La fiction Il Capo dei Capi è davvero una apologia della Mafia che induce i ragazzi all'emulazione, più che alla ripulsa del Male?

Con Marziale, lo sostengono tanti psicologi e sociologi.

E lo afferma il ministro della Giustizia Clemente Mastella, che, una tantum, esprime una critica pertinente.

Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e componente della commissione ministeriale che ha redatto il Codice Tv e Minori, bolla la fiction Mediaset come "pedagogicamente distruttiva", perchè esalta "una figura delinquenziale di cosí elevato rango".

E ricorda che i media generalisti sono "da considerarsi a tutti gli effetti agenzie di socializzazione per le masse in età evolutiva, in quanto forgiando modelli finiscono per educare ed imporre stili di vita, e dovrebbero prestare maggiore attenzione agli effetti che certe produzioni potrebbero sortire".

Il problema di fondo che Marziale non evoca invece è, forse, barellare gli interessi monetari per impegno sociale.

Mediaset è da sempre una Tv commerciale: il suo palinsesto serve a fare soldi, secondo vocazione naturale di una emittente che non deve svolgere un servizio pubblico.

In quest'ottica, il filone truculento della Mafia è uno dei tanti business della Tv di Berlusconi.

E' una miniera di audience che fa incamerare enormi guadagni dagli inserzionisti pubblicitari e mette in sinergia le strutture produttive della fiction televisiva e cinematografica dell'azienda.

La prova del nove che si tratti di nient'altro che un business ,che non tiene in nessuna considerazione l'effetto che suscita sui ragazzi, è la seguente.

Basterebbe sottrarre il dilemma "emulazione sì-emulazione no" all'emotività popolare del televoto.

O, peggio ancora, dei dibattiti ipotecati dai pregiudizi politici: se sei "pro-emulazione", sei di destra, "anti", di sinistra.

Sarebbe sufficiente ricorrere alle Scienze umane.

Affidare cioè la costruzione di sceneggiature così delicate ad esperti psicologi.

E, magari, verificare l'effetto che fanno questi telefilm con indagini sociometriche ad hoc su campioni di ragazzi delle regioni più a rischio.

Semplice, no?

Certo, un sondaggio del genere, effettuato in modo serio, potrebbe chiudere per sempre il rubinetto di un businness così lucroso.

Per di più, temo che i Mannehimer e i Paglioncelli di Rai e Mediaset siano già troppo occupati a chiedere agli italiani se preferiscono stare sotto, sopra o in mezzo quando si sbattono a letto.

O se gustano di più la pizza o il mecdonald… E se i rumeni gli stanno sulle palle tanto, molto, moltissimo oppure troppo (questo sì che è educativo: dagli al diverso!)…

Io ho una sola preferenza: che si parli di Crimine organizzato, seriamente, come ha fa Roberto Saviano ospite di Fabio Fazio in questo video

E come fa ogni tanto lo stesso Costanzo nel suo show, mettendo da parte gli abiti da affarista…
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Scritto da Style24.it Unit

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