Sposi gay più giovani d’Italia: sono Niccolò e Giorgio

Niccolò, 22 anni, e Giorgio, 19 anni, il 7 ottobre scorso hanno deciso di convolare a nozze nella sala dei matrimoni del Comune di Torino. Da quando la legge in Italia consente i matrimoni civili tra persone dello stesso sesso, quella di Niccolò e Giorgio è la coppia gay più giovane in Italia. I due hanno rilasciato un'intervista a Repubblica dove hanno spiegato che la loro scelta ha solo voluto rendere ufficiale un dato di fatto: il loro amore

Niccolò e Giorgio sono due ragazzi di Torino che si amano alla follia. Ebbene, il 7 ottobre scorso, 22 anni Niccolò, arrivato a Torino quattro anni fa per studiare allo Ieed, e 19 anni Giorgio, i due si sono sposati nella sala matrimoni del Comune della loro città, Torino. Sempre la stessa città, solo un anno e mezzo fa, ha fatto da sfondo al matrimonio dei primi più anziani a unirsi in matrimonio; gli ottantenni Gianni e Franco. La domanda può sorgere spontanea: non sono troppo giovani per un passo del genere, soprattutto con i tempi che corrono? Come hanno affermato gli stessi giovani sposi: “Ci amiamo e per noi non è cambiato nulla, se non il fatto che ora la nostra unione è riconosciuta davanti a tutti“.

I più giovani sposi gay a Torino

Da quando la legge in italia consente di unirsi in matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso; quella di Giorgio e Niccolò è la coppia di sposi novelli più giovani in assoluto in Italia. I due giovani innamorati hanno dichiarato di sentirsi come il primo giorno e che nulla è cambiato. Si sono conosciuti due anni fa e vivono insieme da quattro mesi. Non hanno un’idea sacrale del matrimonio, ma la scelta repentina dell’unione civile per loro rappresenta l’aver preso atto e l’ufficializzazione davanti allo Stato del loro amore, saldo e forte.

A seguito del loro matrimonio, Niccolò e Giorgio hanno rilasciato un’intervista a Repubblica, dove si sono messi a nudo e hanno spiegato le ragioni che hanno spinto questi due giovanissimi a convolare così presto a nozze. In un periodo in cui sembrano esserci più divorzi che matrimoni; si opta sempre più per la convivenza, soprattutto per questioni economiche; si tende a sposarsi e a mettere su famiglia sempre più in la con l’età; la scelta di questi due giovani sposi non può non attirare la nostra attenzione e suscitare il nostro stupore.

Sposi gay più giovani d'Italia: sono Niccolò e Giorgio

L’intervista

La prima domanda del giornalista è stata sul loro stato d’animo in quel giorno; ha chiesto di spiegare le loro sensazioni ed emozioni di fronte a un passo importante come quello del matrimonio. I due hanno replicato che per loro non è assolutamente cambiato nulla; la loro unione civile ha solo reso ufficiale a tutti un dato di fatto: il loro amore. Inoltre hanno raccontato che nei loro quattro mesi di convivenza si sono sempre sentiti uniti come una famiglia e che con il matrimonio continueranno ad esserlo, ma alla luce del sole.

Successivamente il giornalista fa un’altra domanda, quella che più attira la nostra curiosità per una coppia così giovane; ovvero come hanno maturato l’idea di sposarsi in Comune e se qualcuno ha dissentito su questa scelta importante. Gli sposi hanno saputo rispondere prontamente, in quanto hanno affermato di non avere un’idea sacrale del matrimonio, ma hanno solo voluto prendere atto di una realtà concreta: “Dire allo Stato: noi stiamo assieme, ora vogliamo che tutti lo riconoscano”.

Hanno raccontato che persino i loro testimoni erano scettici su questa scelta e sulla loro giovane età, infatti hanno domandato più volte se non erano troppo giovani per sposarsi. Ma non c’era solo la giovane età a determinare la perplessità, perché quando i due hanno iniziato a maturare l’idea di sposarsi non avevano né casa né un lavoro per mantenersi. Ma ora: ” Loro hanno capito che siamo maturi, ci amiamo e che prima o poi avremmo fatto questo passo”. Inoltre i due avevano pianificato di convolare a nozze nel 2018; ma siccome il permesso di soggiorno di Niccolò stava per scadere, per non essere separati, hanno deciso di anticipare.

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