Sara Tommasi, Nicoletta Braschi e l’idiozia del lettore: censura sì

Dobbiamo sopportare rassegnati la stupidità dei commenti di alcuni lettori sul web? I casi di Sara Tommasi e Nicoletta Braschi, e la sana proposta di Michele Serra

Geniale “Amaca” di Michele Serra che così scrive su Repubblica: “Parecchi anni fa i “microfoni aperti” di Radio Radicale fecero intendere, per la prima volta, che il prezzo di una libertà senza regole e senza selezione è moltiplicare la voce dei mascalzoni e – soprattutto – degli idioti. Oggi, su una scala infinitamente più grande, è il web che provvede a ricordarcelo.”

Serra a mo’ d’esempio cita il commento di un lettore all’articolo di un quotidiano on line che riportava la notizia dell’incidente a Nicoletta Braschi, la moglie di Benigni: “Poteva anche prendersi un’auto più sicura di una Golf, non mi pare un’auto da signori” e quindi conclude: perché questo pensierino gretto e mediocre, un tempo confinabile al bancone di un bar, deve finire sotto gli occhi di centinaia di migliaia di persone? È obbligatorio? Lo stabilisce una legge? Ce l’ha ordinato il dottore? E soprattutto: siamo ancora in tempo per discuterne?

Recentemente su questo blog – in relazione al caso Sara Tommasi – abbiamo fatto una buona collezione di interventi particolarmente insulsi e offensivi per l’intelligenza media di una scimmia, per cui l’argomento mi solletica oltremodo e direi che sì, caro Michele Serra, siamo ampiamente in tempo per discuterne.

Perché quest’idea del web come luogo di libertà assoluta, in cui si può insultare, offendere, vomitare tutto il peggio di se stessi impunemente, magari scaricare a piacimento materiale illegale e violare qualsiasi tipo di copyright, appare antiquata e legata a un passato ormai archiviato.

Internet è forse la nuova agorà, il luogo dove si può sviluppare – non in alternativa ma parallelamente ai luoghi tradizionali – il dibattito politico, sociale, culturale, economico, religioso, sportivo eccetera; e dunque deve necessariamente dotarsi di regole e sanzioni. Senza queste nessuna democrazia può funzionare, si genera solo del caos anarchico in cui finiscono per guadagnare il diritto di parola e l’attenzione generale solo i più forti e i più prepotenti.

Ecco perché credo che sarebbe utile, per rispetto alla sensibilità e all’intelligenza del lettore medio, rimuovere tutti i commenti palesemente insensati, incivili e/o incomprensibili perché completamente sgrammaticati (del resto quasi sempre la debolezza dei contenuti si accompagna a una forma da bocciatura in terza media).

Nel nostro network – qua su Blogosfere – si è fatto un piccolo passo avanti, autorizzando ai commenti solo chi è ha un account Facebook o un indirizzo mail registrato, in modo da rendere immediatamente identificabile (e quindi responsabilizzare) chi scrive.

Io andrei oltre, come detto. In qualsiasi altro contesto esistono delle regole stringenti che regolano l’accesso e il diritto di parola: per partecipare a un’assemblea in genere occorre un qualche titolo e bisogna registrarsi, per intervenire a una trasmissione radio o tv si passa un’attenta selezione che manda in diretta solo una piccola percentuale di voci, per vedersi pubblicata una lettera su un giornale occorre essere scelti dal redattore che si occupa della posta, e così via. Qua sul web dovremmo inventarci qualcosa del genere, non credete? Comunque, come dice Serra, spero se ne possa almeno discutere.

(In alto: Michele Serra, fonte: Infophoto).

Scritto da Style24.it Unit

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