Masterpiece Brunetta dichiarazioni costi polemica

Il manoscritto televisivo non convince Brunetta, e le accuse sono gravi

Un esperimento. Una necessità. Si è parlato di missione culturale, di avanguardismo televisivo, di perla italiana che all’estero invidierebbero e sarebbero pronti a replicare.

Renato Brunetta riguardo a Masterpiece la pensa però diversamente: il reality-talent show letterario di Rai 3 che vede protagonisti gli aspiranti scrittori, i giudici Giancarlo De Cataldo, Taiye Selasi, e Andrea De Carlo e il coach Massimo Coppola, sarebbe uno spreco di denaro pubblico. Sul quale peraltro aleggiano le ombre di rapporti di comodo.

La polemica è partita dalla presentazione di un’interrogazione al Presidente della Vigilanza Rai, il noto esponente 5 Stelle Roberto Fico, proprio sui meriti e demeriti della trasmissione Rai. I meri dati numerici sembrano essere dalla parte di Brunetta: a fronte di un investimento stimato circa a 180mila euro a puntata, i primi due episodi del format hanno raggranellato rispettivamente uno share (basso anche per la seconda serata) del 5,14%, ovvero 690mila telespettatori, e del 3,91%, 633mila.

Sorprende che a essere usato come termine di paragone, visto il disamore che Brunetta nutre per Fabio Fazio, ci sia proprio Che tempo che fa: in prima serata, con uno share attorno all’11-13% di media costerebbe circa 150mila euro a puntata

Fin qui si tratta solo della liceità delle spese della Rai. Ma ora viene il bello – o il brutto, pessimo, a seconda della prospettiva: come mai lo sviluppo e la realizzazione del format sono stati affidati a una società esterna, la Freemantle Media di Lorenzo Mieli, nonostante la forte pressione aziendalista (il direttore di Rai 3 Andrea Vianello) dietro la nascita di Masterpiece?

Come forse ricorderete il vincitore finale verrà premiato con la pubblicazione del suo romanzo: a occuparsi dell’operazione editoriale ci penserà la Bompiani, mentre il volume verrà poi distribuito tramite Corriere della Sera. Entrambi fanno parte del gruppo Rcs, la cui sezione Libri è guidata dal direttore Paolo Mieli, padre proprio di Lorenzo Mieli, Managing Director della Freemantle.

In televisione girano sempre i soliti nomi, è vero, ma in questo caso si può parlare di autoreferenzialità del medium o si tratta di qualcos’altro?  

Scritto da Style24.it Unit

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