L’amicizia sul posto di lavoro

Amico o collega? Ma entrambi naturalmente! Fortunatamente non è solo possibile, ma frequente. Ma attenzione, un’amicizia che nasce sul lavoro non obbedisce alle stesse regole delle amicizie che si creano al di fuori di questo. Dev’essere trattata con cura per essere vissuta pienamente ed evitare delusioni. Istruzioni per l’uso.

Lo sapevate?

Rifletti su questo: “Un’amicizia fondata sul lavoro è preferibile a un lavoro fondato sull’amicizia”, John D. Rockefeller Jr .
Secondo un recente studio sociologico, circa il 20% delle nostre amicizie si creano sul lavoro. Il mondo del lavoro si trova quindi al secondo posto, subito dopo la scuola e gli studi, sul podio dei luoghi in cui facciamo amicizia.

7 buone ragioni per fare amicizia in ufficio.

1- Passiamo in media 220 giorni all’anno al lavoro, quindi, tanto meglio se andiamo d’accordo con i nostri colleghi… che vediamo più spesso del nostro partner, dei nostri figli e dei nostri cari in generale!

2- Un buon affiatamento crea un’emulazione supplementare per terminare una pratica e fare passi avanti.

3- E’ cosi’ piacevole andare a lavorare sapendo che incontreremo un’amica. E ci dà più energie per alzarci la mattina!

4- Con i nostri colleghi condividiamo non solo molto tempo, ma anche preoccupazioni, progetti e desideri in comune. Quando ne parliamo fuori dall’ufficio, l’argomento annoia in fretta il nostro interlocutore, mentre i nostri collaboratori ci capiscono perfettamente, senza che ci sia bisogno di spiegare il contesto di cio’ che ci preoccupa.

5- I nostri colleghi hanno spesso tante cose in comune con noi: età, formazione, problemi (bambini piccoli…), ma anche delle esperienze diverse (viaggi, uscite…), quindi perché rinunciare ad approfondire una conoscenza, anche oltre la pausa caffè?

6- Il mondo del lavoro puo’ essere crudele: umiliazioni pubbliche, aumenti rifiutati e atmosfera pesante. Puo’ essere utile avere una spalla amica sulla quale piangere nei giorni bui.

7- Più il tempo passa, più diventa difficile allargare la propria cerchia d’amici: poco tempo libero, una famiglia da gestire… Quindi perché privarsi della possibilità di stringere legami forti con persone nuove?

Che cosa dovete sapere…

1- Questa amicizia dovrà resistere alla pressione delle invidie: gli altri colleghi possono essere gelosi della vostra complicità, potranno diffondersi pettegolezzi, soprattutto se si tratta di una relazione mista, e la gerarchia potrebbe non vedere di buon occhio questa alleanza.

2- Dovrete comunicare senza giri di parole non appena si presenterà un problema. Sia che si tratti di un problema esterno che legato al lavoro. Per evitare tutte le discordie che potrebbero danneggiare la vostra vita professionale o personale.

3- State attenti, soprattutto all’inizio della relazione. Evitate di rivelare tutti i vostri segreti e i dettagli della vostra vita privata al collega in questione, prima di essere sicuri di potervi fidare di lui. Questa precauzione eviterà le delusioni o la sensazione di essere stati traditi, in caso di separazione.

4- Pensate a stabilire alcuni limiti per conservare comunque un minimo di intimità. Presentate progressivamente al vostro collega (uomo o donna che sia) i vostri amici e i vostri cari, e non uscite sistematicamente con lui/lei. Ognuno deve rispettare il territorio dell’altro.

5- L’amicizia resiste male all’ambizione: la relazione puo’ diventare spinosa, quando verrete messi in competizione per un posto o se i rapporti gerarchici tra di voi cambieranno. Mica facile chiedere un aumento o farsi riprendere dalla propria super amica diventata Grande capo!

6- A forza di fare le « amiche del cuore » in ufficio e fuori, si rischia di isolarsi dagli altri. Non vedi nemmeno gli altri colleghi, che esitano a disturbare una tale complicità, e i tuoi amici possono sentirsi esclusi quando ti lanci in una discussione di lavoro.

7- Quello che vi ha riuniti/e puo’ separarvi. Capita a volte che un’amicizia vissuta intensamente sparisca in un baleno non appena uno dei due se ne va. Si puo’ capire in quel momento che si avevano poche cose in comune, al di fuori dell’ufficio.

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