La vita bugiarda degli adulti: stile anni 90 e mood nostalgico

Ne La vita bugiarda degli adulti si respira aria anni 90 dall'inizio alla fine. Gli stili di ogni personaggio rispecchiano personalità e percorso.

La Vita Bugiarda degli Adulti, la serie Netflix tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, racconta la Napoli degli anni 90 e fa emergere un’Italia che, vuoi o non vuoi, non esiste più. Tutto, nella serie, profuma di nineties, outfit compresi, assoluti protagonisti di una forte narrazione nostalgica e veritiera.

La Vita Bugiarda degli Adulti: gli outfit rispecchiano lo stile anni 90

Dietro lo stile di Giovanna e del mondo che prova a vivere senza cadere c’è una grande costumista, c’è Susanna Mastroianni. Quest’ultima ha lavorato anche a tutti i look della serie Gomorra ed è un nome molto noto all’interno del mondo dello spettacolo.

Tutto, ne La Vita Bugiarda degli Adulti, è un evolversi di personalità e conseguentemente anche di stile. Ogni personaggio ha una propria evoluzione stilistica, figlia sia del contesto storico in cui si vive, ma soprattutto figlia di una crescita personale importante. Giovanna (interpretata dalla bravissima Giordana Marengo), ad esempio, è la prova che più si cresce, più si cambia, stile compreso. Discorso analogo anche per zia Vittoria (interpretata da Valeria Golino), una donna che vive in periferia, dagli occhi intensi sempre super truccati e dai grandi orecchini a cerchio. Diverso lo stile del padre di Giovanna, Andrea (interpretato da Alessandro Preziosi); il tipico intellettuale di Vomero sempre vestito da sfumature calde autunnali.

Ogni personaggio si aggancia a una classe sociale; ci sono i ricchi e ci sono i poveri, ci sono i colti e ci sono i più sfortunati, ci sono le anime libere e ci sono quelle che incarnano il matrimonio perfetto. Nulla, nella serie-tv Netflix, è lasciato al caso: la costumista Susanna Mastroianni ha cercato di rimanere il più fedele possibile alla realtà, senza stravolgere le mode dei tempi e raccontando un mondo che è realmente esistito e che ora, nostalgicamente, non esiste più.

Per riuscire a costruire gli stili di tutti i personaggi, dice Mastroianni:

ho scavato nell’archivio fotografico di Napoli e attinto dallo stile degli abitanti dei vari quartieri negli Anni ’90. Nel caso di Giovanna la trasformazione si sviluppa così: per i costumi del personaggio a inizio serie ho fatto riferimento alle fotografie dei quartieri alti. Poi mi sono spostata sulle immagini di centri sociali, manifestazioni pubbliche e contestazioni. Da queste ho ricavato l’immagine della Giovanna più aggressiva, che effettivamente sembra avere un’ispirazione musicale e che invece si rifà alle foto originali dell’epoca. Per poi, verso la fine, far camminare il personaggio da solo, senza ispirazioni precise, con un stile personale e originale. Così ho costruito la figura della protagonista. Tra tutte la più complicata […]

È incredibile la metamorfosi che la protagonista lentamente subisce nel corso della serie: Giovanna è il simbolo della autodeterminazione, della voglia di evadere dagli schemi sociali e di sentirsi finalmente libera di essere chi vuole, come vuole.

Il lavoro di Susanna Mastroianni si è dimostrato eccelso, la sua attenzione a ogni singolo dettaglio ha dato l’opportunità a ogni personaggio di vestire i panni giusti, sentendosi perfettamente in simbiosi con l’anima portata in scena: tutto si è dimostrato all’altezza del progetto e, più in generale, della narrazione che Ferrante ha costruito.

Scritto da Marta Mancosu

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