Il partito radical-berlusconiano oscura Annozero, Ballarò e tutti i talk politici della Rai

Via Annozero, Ballarò, Report, Porta a porta e qualsiasi tipo di approfondimento politico nella televisione di stato durante il mese che precede le elezioni regionali (ma il garante delle comunicazioni ha già fatto sapere che la norma probabilmente dovrà essere estesa anche a Mediaset). È questa l'incredibile decisione presa dalla commissione di Vigilanza sulla Rai, che ha approvato con i voti della maggioranza parlamentare (Pdl e Lega) una proposta del radicale Marco Beltrandi, eletto nelle file del Partito democratico. Al posto dei talk show solo ordinate e soporifere tribune elettorali, dove tendenzialmente una nullità come Beltrandi avrà lo stesso spazio di un Bersani o un Berlusconi, in una par condicio dell'assurdo.

Perché questo è lo spirito: togliere ai giornalisti il loro lavoro e la loro libertà, che consiste nello scegliere i temi del dibattito e gli ospiti chiamati a confrontarsi, e dare voce senza mediazioni ai politici, tutti quanti indistintamente, relegando il conduttore a semplice porta-microfono, come accade già nei telegiornali di regime. Che resterebbero le uniche fonti di informazione nel panorama televisivo, perché le noiosissime tribune politiche ovviamente non se le filerebbe nessuno, con grandi danni economici per la tv di stato. Pensate, un'intera campagna elettorale dove gli unici a dare notizie sono Minzolini e Mimun: la Corea del Nord ci farebbe un baffo!

Non stupisce che questa misura sia stata prontamente sostenuta dal centro-destra, il partito della censura, che dopo aver fallito in autunno il putsch contro le poche isole di informazione indipendente della Rai , riesce a mettere finalmente il bavaglio a Santoro, Floris e Gabanelli, votando per altro – e qua siamo al colmo – una proposta che proviene dalle file dell'opposizione. E cioè da quel partito radicale, evaporato da anni e tenuto in vita unicamente dalla figura di Emma Bonino, che ormai ha ridotto tutta la sua azione politica alla lagnosa e vittimistica protesta contro l'indifferenza dei media. E popolato da piccoli arrivisti della politica come quel Capezzone, passato in pochi giorni da rivoluzionario libertario a leccapiedi del premier, le cui tracce saranno di sicuro seguite dal nostro Beltrandi, da oggi: Capezzone 2.

Scritto da Style24.it Unit

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