Vanessa Incontrada, Vanity Fair e l’abuso di Photoshop

Mi metto nei panni di una donna che guarda questa foto, e mi domando: ma Š proprio necessario?

No, non che io mi metta nei panni di una donna. Che si abusi in codesto modo di Photoshop, dico.

Quel vitino da vespa l, ritoccato fino a renderlo quello d’una dodicenne, cosa mi dovrebbe rappresentare? Quale messaggio dovrebbe far passare? Ma soprattutto, a una come Vanessa Incontrada serve davvero?

Per me no. Vanessa Š deliziosa cos com’Š, non ha bisogno di insulsi quanto avvilenti aiutini computerizzati. Non Š una 90-60-90? E chissenefrega, ragazzi. Chissenefrega.

Bisognerebbe sinceramente piantarla di utilizzare il fotoritocco sempre e comunque. Capisco che in un ambiente fasullo come quello televisivo l’immagine sia fondamentale, ma inizio ad averne le tasche piene delle supermodelle totalmente irreali o delle star tv ultracinquantenni a cui spianano la faccia col Photoshop, allungano ed accorciano le membra col Photoshop, piallano la pancia e plasmano le curve e tolgono le rughe e correggono la cellulite col Photoshop.

Finiscono col somigliarsi tutte, queste Dee dell’Avvenenza Artefatta: uguali i sorrisi, le espressioni, le pose, i colori e le forme. Vengon fuori che sembran statue di cera, tirate a lucido che pare c’abbian passato sopra il Vernidas. Diobono, mica posso sognare di uscire con un modello di Madame Tussauds. Le donne sono belle con le loro imperfezioni: Š ci• che le rende umane.

Se proprio devo, a me piacerebbe poter ammirare la bellezza vera, non quella decisa da un effeminato art director o un graphic designer youporndipendente. E’ ancora possibile o chiedo troppo?

Scritto da Style24.it Unit

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