Santoro, D’Addario e Berlusconi: considerazioni sparse (di un lettore)

Ho seguito in diretta la puntata di Annozero di giovedì scorso, quindi conoscete il mio giudizio. Oggi pubblico l'interessante contributo che mi ha inviato Paul (molti lettori di Tele dico io lo conoscono bene grazie alle sue mirabolanti cronache realityane).

Buona lettura. Ragioniamoci su. Confrontiamoci.

di Paul S

E' stata una strana serata, quella di giovedì. La puntata di Annozero, apparentemente dedicata allo scandalo delle protesi e della sanità pugliese, ha virato bruscamente su Berlusconi. Sapevamo tutti che sarebbe potuto accadere, e tutti ce lo aspettavamo, quindi okay. Il climax lo si è raggiunto ovviamente con la domanda "Signora D'Addario, il Premier sapeva che lei era una escort?". Altrettanto ovviamente, almeno per me, la signora ha evitato di rispondere in maniera diretta, affermando che tutti, anche le altre ragazze (generico) sapevano che lei era una escort. L'affondo finale a Berlusconi, il colpo di grazia, non è riuscito del tutto. Non che mi stupisca, intendiamoci: mademoiselle D'Addario si rende perfettamente conto d'essere finita in una vicenda molto più grande di lei, come sa che potrebbe finire stritolata, in quanto parte più debole tra tutte quelle in causa. Terrei in debita considerazione anche i risvolti più oscuri del caso, mafia compresa: noi – teniamolo bene a mente – non siamo in possesso di tutti gli elementi, e non conosciamo tutta la vicenda. Non riusciamo a vedere l'intera scacchiera, né probabilmente ci riusciremo mai. Stiamo con ogni probabilità osservando solo una parte infinitesimale di una delle facciate dell'enorme e purulenta struttura che regge il Vero Potere, con le sue infinite strategie, i suoi taciti accordi, i suoi misteriosi sotterfugi, i suoi innumerevoli compromessi.

Da questa grottesca situazione, però, possiamo forse trarre una conclusione, ovvero che non ne esce bene nessuno, giornalisti compresi. Questi ultimi, per inciso, continuano a porre la domanda sbagliata, forse per confondere le acque, o forse perchè, presi come sono dal clima da derby perpetuo, ci credono davvero: “L'informazione in Italia è libera?”. Per me si tratta di un quesito poco utile. Cosa si intende, infatti, per “libero”? Rispetto a cosa? In base a quale metro di giudizio? Badate, c'è differenza tra 'diverso' e 'libero'. 'Diverso' non significa necessariamente 'libero' o 'migliore'. Un giornale di propoganda Nazista ed un giornale della Russia Stalinista raccontano i medesimi avvenimenti in modi certamente differenti, celando alcuni particolari e valorizzandone altri, ma non per questo sono “liberi”. Così accade che il tg4 dica quel che gli pare, e che il tg3, spesso, faccia lo stesso. Leggendola così, la libertà in Italia c'è eccome. Ma noi sappiamo che non è vero, o meglio, che c'è dell'altro.

Sarebbe invece molto più interessante domandarsi questo: “Esistono nel mondo, ed in Italia in particolare, gruppi di potere che, più o meno velatamente, tendono a gestire i media?”. La risposta potrebbe sorprendere più d'un lettore, in particolare se osserviamo con occhio critico – e non da tifosi – la serata di ieri, in cui ad un attacco (Annozero) è subito seguito un contrattacco (Vespa con Porta a Porta).

Curiosamente, vedendo discutere questi politici che si rinfacciano ogni cosa e che non perdono mai occasione per far notare all'avversario i suoi errori, mi sovviene che nessuno di loro è vergine, e che nessuno tra loro può, dunque, ergersi a paladino. “Tu hai fatto questo!” “No, tu hai fatto quest'altro, a-ha!”. Sempre così. Ognuno di loro, chi cinque, chi dieci, chi vent'anni fa, ha dovuto scendere a compromessi. Nessuno fa eccezione, perchè è così che funziona il Potere: vuoi campare? Dammi qualcosa. Aggiungerei anche che questi signori si conoscono bene, e che tra loro sanno tutto di tutti: ognuno conosce le porcherie dell'altro, in un precario sistema di equilibri ricattatori e di silenzi compiacenti in cui “io non dico nulla se tu non dici nulla, ed entrambi mangiamo”.

Senza la cortina fumogena creata ad arte da questi astuti parolai, le domande legate a Tarantini e le sue escort potrebbero invero essere molte: ad esempio, quali vantaggi hanno tratto le ragazze da questi eventi, escludendo il denaro del 'gettone di presenza'? Chi tra loro è davvero giunta fino in tv, in un reality, o in politica? Ne esistono sicuramente, ma sarei curioso di sapere qualche nome. Rischiavamo realmente di trovarci Patrizia D'Addario (o chi per lei) in Parlamento? Se sì, con quali meriti?

Oppure, come mai Berlusconi e Tarantini si conoscono? (Verrebbe da chiedersi anche perchè Silvio conosce il padre di Noemi, un semplice usciere, e perchè durante un viaggio devia il percorso originale appositamente per incontrarlo). E come fa Tarantini ad avere così tanto credito presso il Premier, al punto da permettersi di organizzare seratine private e portargli in casa delle estranee? Un uomo nella posizione di Berlusconi (ma può essere qualsiasi altro Presidente, da Obama a Hu Jintao) può permettersi di fidarsi così di un Tarantini qualunque?

E ancora, è realmente possibile entrare in casa di un Presidente del Consiglio, registrarne le conversazioni e non venire controllati? Se sì, è a rischio il concetto stesso di sicurezza nazionale e di democrazia, poiché chiunque – un pazzo, una spia, un criminale, un terrorista – potrebbe fare la stessa cosa, con conseguenze inimmaginabili.

Last, but not the least, perchè alcuni, riferendosi alla vicenda-D'Addario, riducono il tutto a semplice "gossip" o “voyeurismo”? Qui non si discute del fatto che Berlusconi possa o meno andare a lucciole. Il punto è un altro, ed è ben più serio: sembra proprio che le escort venissero portate in casa di Berlusconi non per semplice piacere, bensì nel tentativo di ingraziarselo, di ottenere 'qualcosa'. Cosa voleva ottenere Tarantini? Ancor più importante, l'ha ottenuto?

Scritto da Style24.it Unit

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