Sanremo: Ermal Meta risponde alla sospensione sui social

Ermal Meta risponde alla sospensione con un messaggio condiviso anche da Moro. I due sperano che la questione si risolva per il meglio.

La notizia è di pochissimo tempo fa ma dopo le polemiche e i cambi di opinione della Rai, Ermal Meta ha deciso di dare la propria versione ufficiale sulla questione della squalifica che vedrà lui e Fabrizio Moro fuori dai giochi di questa sera. I due con ogni probabilità salteranno la seconda esibizione sul palco dell’Ariston.

Ermal Meta risponde alla sospensione

L’intenzione di Ermal Meta e Fabrizio Moro non era quella di far parlare di sé, ma di parlare di pace. E’ questo che emerge dal messaggio che Meta ha scritto di proprio pugno sulla sua pagina Facebook.

Meta ripete quello che è stato già spiegato da lui e da Fabrizio Moro più e più volte nei giorni che hanno preceduto Sanremo: la canzone da cui il ritornello sarebbe stato plagiato non arrivò mai a Sanremo Giovani, dal momento che fu scartata prima. In seguito non fu mai commercializzata.

Andrea Febo, autore della canzone Silenzio (scartata nel 2016) e di Non Mi Avete Fatto Niente, presentata quest’anno a San Remo è uno dei collaboratori storici di Fabrizio Moro e i tre autori del nuovo brano sono stati unanimi nel mantenere praticamente inalterato il ritornello.

Tutti e tre insieme abbiamo scritto una NUOVA canzone con un significato completamente diverso.
Plagiare significa copiare, ma è ASSURDAMENTE RIDICOLO considerando che Andrea Febo ha scritto con me e Fabrizio “Non mi avete fatto niente”.

E’ questa l’amara considerazione che sta al centro della reazione di Ermal Meta dopo la squalifica. I tre autori del brano presentato quest’anno non soltanto erano perfettamente consapevoli di quello che stavano facendo, ma lo avevano anche spiegato più e più volte, senza mai farne mistero. E’ probabilmente questo che rende ancora più insopportabile la decisione presa dalla direzione artistica del Festival di Sanremo.

La conclusione di Meta e Moro

Quando abbiamo deciso di raccontare uno stato d’animo generale con questa canzone non lo abbiamo fatto per presentarci al Festival, ma per parlare di pace. Siamo molto dispiaciuti di quello che sta accadendo perché non siamo venuti al festival a prendere in giro la gente, ma per abbracciarla.
Siamo sicuri che tutto andrà per il meglio.

La conclusione del lungo e articolato post scritto dal cantante si apre alla speranza che la faccenda venga rapidamente messa nel dimenticatoio e che la canzone sia apprezzata per quello che è e non per la polemica che sta suscitando. Lo stesso post – con poche modifiche – e la stessa speranza sono stati condivisi anche sul profilo ufficiale di Moro.

I fan, che hanno commentato a migliaia, sostengono Ermal e Moro in tutto e per tutto, già pronti a prendere d’assalto gli store on line sui quali la canzone è già stata messa in vendita.

Ermal Meta e Fabrizio Moro

I motivi della sospensione

Come ha spiegato Baglioni in conferenza stampa, il regolamento di Sanremo consente citazioni e autocitazioni per un’estensione massima pari al 30% dell’intero testo. Inoltre, secondo il parere del direttore artistico della manifestazione (che di canzoni ne ha composta qualcuna), attualmente il ritornello non riveste più l’importanza strutturale che rivestiva un tempo nella canzone italiana.

I motivi della sospensione quindi sembrano essere altri, diversi dalla legittimità di un autore nel citare se stesso. Comincia a circolare la voce che la sospensione di Meta e Moro sia preventiva: la direzione del Festival teme che, se la canzone accogliesse anche in futuro i consensi riscossi nella prima puntata, potrebbe addirittura vincere. Far vincere una canzone così ampiamente contestata potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio e far annegare un buon festival in un mare di polemiche.

Scritto da Olga Luce

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