Mostra del Cinema di Venezia: il “1960” di Salvatores “parla” con le immagini di quegli anni

1960, un film di Gabriele Salvatores, una produzioneRai Cinema realizzata da OffSide, scritto da Michele Astori, Massimo Fiocchi, Gabriele Salvatores, voce narrante Giuseppe Cederna, regia di Gabriele Salvatores.

Il fuori concorso di Gabriele Salvatores è un film-memorabilia di quegli anni pieni di tutto e di bellezza che non mancherà di emozionare pubblico e critica della 67sima Mostra del Cinema di Venezia. Realizzato con le immagini di repertorio delle Teche Rai, "1960" è una storia inventata con le immagini reali dei documentari, delle inchieste e della televisione del 1960.

Un film che ha il preciso compito di ricordare tramite le immagini quegli anni 
fondamentali che sono le radici del nostro presente e su cui è necessario riflettere: "Oggi parliamo tanto dei nostri giovani stile ‘Grande fratello' e simili. Eppure guardando quegli spezzoni ci accorgiamo che pure i ragazzi dei Sessanta non erano tanto diversi. C'è persino quello che non vuole dare la patente alle donne… Insomma di cazzate ne dicevano tante anche loro", ha affermato il regista.

Qui di seguito la sinossi del film:

Estate 1959. La voce di un adulto rievoca quei giorni, a quel tempo lui era solo un bambino del sud che non conosceva nulla. Il ricordo di quella estate è  ancora vivo nella sua memoria: è stata l'ultima che ha trascorso con il fratello Rosario prima che partisse per il nord.

Dopo a tenere uniti i due fratelli sono le lettere che Rosario manda da Milano dove si è  trasferito. Racconta della nuova vita, della libertà conquistata, degli amici, scrive di un mondo magico e fatato dove ognuno ottiene ciò che desidera. Milano appare come il paese dei balocchi, una specie di terra promessa.

Ma sono quelle stesse lettere a mettere in allarme la famiglia: Rosario è cambiato, ha perfino dimenticato la promessa di matrimonio fatta a Rosalba, la ragazza del paese che lo ama e lo aspetta. Bisogna fare qualcosa e la famiglia parte per riportare il figlio a casa. Un lungo viaggio che li porterà ad attraversare l'Italia e scoprire un paese che sta cambiando trascinato dal boom economico.

Il viaggio si trasforma in una specie di sogno scandito dalle meraviglie di Napoli e Roma, le Olimpiadi, La dolce vita di Fellini, la Rimini degli amori estivi.  Ma la meta finale resta sempre l'incontro con Rosario che non si fa mai trovare.

A Milano di lui non c'è traccia. E nella capitale del miracolo economico, scoprono la verità: Rosario fa l'operaio, lavora al traforo del Monte Bianco ed è un emigrato come tanti altri. Le sue lettere erano false, le aveva scritte al fratello più piccolo per nascondergli la durezza della vita quotidiana ed il dramma dell'emigrazione. Ma quelle bugie hanno permesso al protagonista di vivere l'anno più bello della sua vita, facendogli capire che le persone hanno il diritto di poter credere ai propri sogni. 

Scritto da Style24.it Unit

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