Mediaset “uccide” Vivere, ma non facciamone una tragedia

Allora, vediamo di fare 'na premessa prima che arrivino quelli di Vivere ad insultarmi. Quando si parla di lavoro, ma soprattutto di perdita di lavoro, la solidarietà è qualcosa di sottinteso. Bene, dopo questa premessa, che sottintende ciò che è sottinteso al post, parliamo di ciò che sta sopra al sottintendimento.

Fiuù, che paraculo che sono. Vivere, la soap di Canale 5, chiude dopo nove anni. Da un po' di tempo si era parlato di un restyling, ma quest'ultimo non è bastato a garantirne la sopravvivenza. C'è da mettersi le mani nei capelli? No, non credo. 

E' bello pensare alle prime puntate, quando molti tra gli attori protagonisti ancora non sapevano recitare; venivano gettati in pasto ad una telecamera che ne portava a galla gli evidenti limiti.

E' bello pensare alle ultime puntate, quando gli stessi attori ancora non sapevano recitare; venivano gettati in pasto ad una telecamera che ne portava a galla gli evidenti limiti.

Un'evoluzione da brividi. Suvvia, il prodotto è sempre stato scadente, gli affezionati alla soap c'erano, inutile negarlo, ma ciò che li teneva attaccati a questa soap nostrana era il diabolico meccanismo.

La soap, anche quando non ha protagonisti di valore, scatena interesse grazie alla sceneggiatura. Non perchè quest'ultima sia un capolavoro, ma perchè il colpo di scena quotidiano tiene vivo l'interesse. Indipendentemente dai protagonisti, che in Vivere erano una cornice balzana di una lunga vicenda altrettanto balzana, ci si affeziona al personaggio, che come dimostra Beautiful può anche prendere le sembianze di un nuovo attore mantenendo immutato l'interesse del telespettatore.

Vivere era un prodotto con dei limiti. Evidenti ai più, nascosti a molti. La chiusura di una soap che si è trascinata per quasi dieci anni non è una tragedia, ma una semplice scelta. Oltretutto condivisibile.

Certo, spiace molto per le 200 persone dello staff, che tuttavia non dovrebbero perdere il lavoro. Saranno "trasferiti" su un altro prodotto.

Per quanto riguarda gli attori il discorso è diverso. Con Vivere avevano la pagnotta assicurata ogni giorno, a torto o a ragione. Ora dovranno sgomitare per un nuovo posticino nel fatato mondo della tv. Alcuni periranno, artisticamente, per selezione naturale, sopraffatti dalla migliore concorrenza o dalle raccomandazioni.

Proprio come accade nel mondo del lavoro "tradizionale". Insomma, Vivere è stato crocifisso e non si vedono spiragli di una resurrezione. Dubito, tuttavia, che qualcuno possa arrivare ad adorarlo per i prossimi 2mila anni.

Scritto da Style24.it Unit

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