Maurizio Costanzo, il ricordo dell’amico avvocato: “Dovevo fargli visita venerdì”

Giorgio Assumma, avvocato amico di Maurizio Costanzo, ha raccontato gli ultimi giorni del giornalista morto presso la clinica Paideia.

L’amico avvocato di Maurizio Costanzo, Giorgio Assumma, ha scelto di raccontare e ricordare gli ultimi giorni di vita del giornalista e conduttore televisivo, trascorsi presso la clinica Paideia di Roma.

Maurizio Costanzo, il ricordo dell’amico avvocato

Anche Giorgio Assumma, 88 anni, ha voluto ricordare l’amico Maurizio Costanzo. “Per cinquant’anni io e Maurizio ci siamo sentiti ogni giorno. Anche giovedì mattina, dalla clinica Paideia, dove era ricoverato da un paio di settimane. Mi ha fatto chiamare dalla segretaria che era in camera con lui per assisterlo nelle incombenze quotidiane. Si era ripreso dopo l’intervento, stava molto meglio, in gran forma, era lo stesso Costanzo di sempre, lucido, con la mente perfettamente a posto, ironico, pieno di idee, non c’era alcun sentore che potesse finire così”, ha raccontato l’avvocato Assumma, storico legale e confidente non solo del giornalista appena scomparso ma anche di molte altre star del mondo dello spettacolo italiano.

Costanzo e Assumma, oltre a un assiduo rapporto di lavoro, erano legati da una profonda amicizia che durava da decenni. “Ci siamo conosciuti che ero presidente della Rusconi Film, lo volevo come sceneggiatore per una pellicola sulla vita di De Gasperi, poi fu scelto Roberto Rossellini ma lui non se la prese, da allora però non ci siamo più persi, mai uno screzio tra noi, anche se su tante cose avevamo opinioni opposte”, ha spiegato l’avvocato che era una delle pochissime persone ammesse nella stanza del giornalista, oltre ai familiari stretti ossia la moglie Maria De Filippi e i figli Saverio, Camilla e Gabriele.

“Dovevo fargli visita venerdì”

A sapere del ricovero di Costanzo erano in pochissimi. Anche la maggior parte della Paideia, noto ospedale privato che sorge a Roma Nord, non era a conoscenza della presenza del giornalista e conduttore tv presso la struttura. La famiglia, infatti, aveva chiesto il massimo riserbo e il silenzio assoluto.

“Voleva parlarmi del contratto per una delle sue trasmissioni, che andava rinnovato. E di una nuova sceneggiatura per il cinema che aveva in mente. No, della partita della Roma non me ne ha accennato, non so se è riuscito a vederla, spero di sì”, ha detto ancora Assumma.

A proposito della morte dell’amico, invece, ha spiegato: “Dovevo andarlo a trovare proprio venerdì mattina, come avevo già fatto altre volte. Poi mi hanno avvisato che si era aggravato all’improvviso. E quando sono arrivato era già morto”.

Sulla morte di Costanzo, è intervenuto anche il regista e autore Rai Michele Guardì. “Ero quasi certo che non sarei riuscito a vederlo, però ci sono andato lo stesso, volevo comunque rendergli omaggio con la mia vicinanza fisica”, ha detto l’amico del giornalista. E ha aggiunto: “Mi fece esordire come autore per la radio, credo nel 1975, nel programma Il Distintissimo con Pino Caruso. Non sapevo che stesse così male, la sua scomparsa mi ha colto di sorpresa. L’ho sentito al telefono una decina di giorni fa, evidentemente era già in clinica, però ha fatto finta di niente. Era sereno, di buonumore, con la stessa voce di sempre, sembrava stesse benissimo. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, del mio programma I fatti vostri, Maurizio lo guardava sempre, poi mi faceva i suoi appunti, garbati, positivi, dote rara in un ambiente di invidiosi, che aspettano soltanto lo scivolone altrui. Andavo a trovarlo in ufficio almeno due volte a settimana. Prendevamo il caffè insieme e Maurizio mi regalava una delle sue tartarughine di ceramica, la sua passione”.

Scritto da Sabrina Rossi

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