Le patacche delle Iene, dalle orge degli Emo a Luttazzi, e il web triste vassallo della tv

Ieri “grandi ascolti” su Teleipnosi per il post su Le Iene e Luttazzi, grazie soprattutto a una favorevole indicizzazione di Google, che poi ho verificato curiosando un po’ qua e un po’ là sul motore di ricerca delle news. Con una certa sorpresa ho appurato che di articoli sulla vicenda in questione ne esistevano diversi, e sono andato a leggermi i resoconti dei colleghi, tra portali e siti d’informazione. Non per atteggiarmi a primo della classe, ma son rimasto parecchio deluso: si andava da una asettica e insipida cronaca degli eventi a dei veri e propri spot pro Iene, in cui ci si appiattiva in tutto e per tutto alla versione della trasmissione di Italia uno.

Tra l’altro, io parlo di televisione, ma che senso ha per una testata giornalistica che deve occuparsi di dare notizie, andare a riprendersi il servizio di una trasmissione tv su una vicenda datata e sputtanatissima, di cui si è discusso ampiamente prima dell’inizio dell’estate? Va beh, vado oltre e scopro che praticamente per ogni pezzo de Le Iene c’è una qualche forma di richiamo, cronaca, riassunto.

Spopolano in particolare i resoconti su un’inchiesta – la chiamo così ma mai termine fu più inappropriato – sulle feste degli Emo, gruppo di sottocultura giovanile come furono in passato paninari, punk, metallari e via dicendo. Si parte dalla testimonianza di una fuoriuscita, che parla di festini al cui confronto i baccanali dell’antichità sembrerebbero raduni di educande, dove le ragazze fanno a gara a darla a più non posso: “Ci sono anche le brave ragazze, ma il 98 per cento ci va solo per farsi i tipi”. Avrà fatto un censimento?

La nostra iena ovviamente prende tutto per oro colato, si intrufola ad una di queste feste, riprende un po’ di ragazzini che si baciano e allungano le mani, inquadra uno spazio completamente buio dove a suo dire stanno facendo le peggiori cosacce, e il solito quadretto sugli adolescenti debosciati e pervertiti è servito. Peccato che le statistiche serie dicano tutto il contrario, e ammesso e non concesso che la storiella su questi raduni corrisponda al vero forse sarebbe il caso di spiegare, dati alla mano, quanti sono gli adolescenti che si riconoscono negli Emo, quanti di questi partecipano a queste feste e quanti dei partecipanti si danno effettivamente al sesso sfrenato. Giusto per fare una cosa che si chiama corretta informazione.

Anche in questo caso tutti gli articoli trovati sul web sono degli spot sul programma di Italia uno, che riprendono il video magnificando l’inchiesta delle Iene e pure mettendosi a moraleggiare sulla gioventù bruciata di oggi. L’unico pezzo ragionato e sanamente critico, guarda caso, è di Blogosfere, a firma Arianna Ascione, brillante blogger di Milano 2.0, che vi invito a leggere qua. Per il resto solo applausi scomposti e acritici, come un qualunque pubblico prezzolato da studio televisivo.

Morale della favola, se anche il web italiano vuole imporsi come strumento di controinformazione e fare concorrenza ai media tradizionali, beh al momento siamo lontani anni luce. Perché la fetta più consistente delle news dei portali, dei siti d’informazione e dei blog si risolve in un semplice e sconfortante eco di ciò che accade in televisione o, nella migliore delle ipotesi, in un copia e incolla degli articoli della stampa. Originalità prossima allo zero e senso critico decisamente sotto zero. Ci sono delle belle e promettenti eccezioni, come Blogosfere, ma tendenzialmente il meglio della Rete fa ancora capo alle edizioni on line dei principali quotidiani italiani. Il resto, purtroppo, è quasi sempre robaccia.

(Nella foto in alto: i conduttori de Le iene).

Scritto da Style24.it Unit

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