Berlusconi e Saccà, quelle intercettazioni sono lo specchio dell’Italia. E dell’italiano

Non c'è nemmeno da stupirsi, noi italiani siamo fatti così. La raccomandazione, l'inciucio, il tentativo di diventare furbetti del nostro piccolo quartierino ce l'abbiamo nel sangue, per questo alcuni tra noi tentano di archiviare nel cassetto "cosette senza troppa importanza" la notizia delle intercettazioni che riguardano Saccà e Berlusconi (ma anche Letta, Urbani, la Moratti, Minoli e Confalonieri, ce n'è per tutti).

Quante volte abbiamo fatto una telefonata ad un amico per chiedere un favore che forse – ma questa non è mai stata nostra preoccupazione – ha sfavorito qualcun'altro: parlo anche di quella pizza ai quattro formaggi fatta infilare nel forno prima delle altre dal nostro amico Gennaro 'o Pizzaiolo. Siamo allergici alla correttezza, ma amanti del potere. Magari di questo benedetto potere non ne abbiamo nemmeno, ma sappiamo far valere quel poco e goderne in maniera smisurata. Sappiamo sentirci fieri di un sopruso, qualunque esso sia in termini di "peso". Un politico importante godrà di deliri di onnipotenza grazie alle sue raccomandazioni, uno sfigato che conosce un buttafuori che gli fa saltare la coda per entrare in discoteca sarà comunque capace di provare la stessa onnipotenza. Questione di chimica, questione di adrenalina. Il risultato sarà simile, forse uguale.

Certo, siamo nel pieno delle discussioni su una "legge salva premier", quindi una attrice raccomandata alla Rai passa in secondo piano, ma un picco si raggiunge sempre dopo un'escalation. E quest'ultima è fatta di mattoncini assestati uno sopra l'altro. Se si risolvesse alla base il problema dell'italiano dedito "agli inciuci", in pizzeria come in fila davanti all'autobus, allora potremmo anche sperare in una giusta punizione per chi abusa del proprio potere. Così invece non possiamo fare nulla, nemmeno scagliare un sassolino. No, neanche quello che abbiamo nella scarpa.

Ma che lungo preambolo, che pippone. E' vero, anche perchè sarebbe bastato scrivere che queste nuove intercettazioni sono gravi, non sono bazzecole da prendere sotto gamba. Eh, lo so. Sarebbe bastato questo.Ma tant'è, la tastiera è partita da sola. Allora arrivo al dunque, che forse è meglio.

In questo giochetto delle intercettazioni rientravano, anzi rientrano, un po' tutti. Non c'è schieramento politico per i furbetti, ma la politica invece c'entra eccome. Già, perchè il fine dei favori (far lavorare l'attrice di lì, far arrivare un finanziamento di là) era politico. E così spettacolo e politica si intrecciano. Il primo è puro mezzo per raggiungere il vero fine, che guarda caso ha sempre a che fare con il potere. Le attrici raccomandate servivano a spostare voti politici dall'opposizione alla maggioranza.

E così la tv, giorno dopo giorno, porta a galla il proprio squallore, il proprio ruolo di puro mezzo, di contenitore vuoto di inesistenti talenti che tuttavia fanno girare miliardi grazie, e torniamo al discorso iniziale, ai tanti italiani che sbavano davanti al tubo catodico sognando una vita diversa, una vita da vip. Tanto anche loro possono arrivarci. E se anche il fine non è quello di arrivare "là dentro" è sempre bello assistere a ciò che accade in quel mondo fatato. Apparenza e inganno, a questo aspiriamo e di questo siamo capaci. Non per tutti è così, certo. Ma tu, proprio tu, che in parte ti sei ritrovato in questa descrizione, sappi che sei il primo ingranaggio di un macchinario che, tanto per cambiare, viene mosso da lassù. Non ne hai il minimo controllo.

Diciamo sempre che è il sistema ad essere malato. Come vecchie nonnette. Eppure è proprio così, non si scappa. La Rai, da decenni – basta parlare con qualcuno che ci lavora – è luogo per eccellenza di favori fatti e favori mancati. E' un'azienda fantasma, ormai senza più obiettivi seri. Mediaset, da parte sua, gioca allo stesso gioco. Ma come fine, essendo tv privata, ha gli introiti. La tv pubblica invece si è scordata anche di quelli, e così spende e spande, perchè tanto non potrà mai soccombere.

Ha infilata nel braccio una flebo che non si esurisce mai. Una flebo a doppia cannula. Da una parte arrivano in vena i finanziamenti, dall'altra una sana dose di demenza dell'italiano che adora l'Isola dei Famosi. E così il "Monopoli Rai" si mantiene in vita: lo spettatore è una pedina, i manager sono i giocatori, i buchi milionari sono gli imprevisti, peccato che nessuno si faccia mai un turno in galera.

Scritto da Style24.it Unit

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