Beppe Grillo contro i talk show: ma perché i tg gli vanno bene?

Beppe Grillo vieta i talk show agli eletti del M5S ma non la tv in generale: nei tg per esempio – che sono ancor più manipolati e controllati dalla vecchia politica di tutto il resto – si può apparire. Viene spontaneo chiedersi il perché

Povero Beppe Grillo, quanta pazienza deve avere con noi comuni mortali per permetterci di comprendere regole e strategie del Movimento cinque stelle. Ha persino dovuto scrivere, visibilmente spazientito, una guida for dummies, per negati e caproni quali noi siamo, in cui spiega per punti e in estrema sintesi tutto ciò che è stato oggetto di contestazione e fraintendimento negli ultimi tempi, come il famoso divieto di partecipare ai talk show per eletti e candidati del movimento.

Eppure io, che evidentemente sono negato al quadrato, non ho ancora ben capito. Scrive Beppe: “Non sono vietate interviste di eletti del M5S trasmesse in televisione E’ fortemente sconsigliata (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti”. Dunque, traducendo, i grillini possono senza problemi essere intervistati e apparire sui telegiornali, notoriamente guidati da personalità indipendenti e autorevoli come Augusto Minzolini (oggi sostituito dal vice Maccari) e Clemente Mimun del Tg5, mentre è assolutamente da evitarsi la presenza negli spazi di approfondimento come Servizio pubblico di Santoro, L’Infedele di Lerner o Ballarò di Floris.

A questo punto, tra l’altro, mi verrebbe da spezzare una lancia in favore dei talk politici. Più volte, su questo blog, ne ho criticato la formula, ma bisogna riconoscere che negli anni più bui del berlusconismo, quando l’Unto controllava sei televisioni su sei e i telegiornali assomigliavano ai cinegiornali dell’altro uomo della provvidenza, gli unici spazi informativi che garantivano un minimo di pluralismo erano proprio alcuni salotti televisivi, per questo odiatissimi e combattuti in tutti i modi, leciti e meno leciti, dal cavaliere di Arcore. Qua l’elenco degli esempi potrebbe essere infinito, mi limito a ricordarvi quanto emerse appena due anni fa dalle intercettazioni della procura di Trani, con un Berlusconi scatenato che pretendeva da Masi e gli altri camerieri in Rai la testa dell’odiato Santoro.

Tutto questo succedeva mentre Grillo andava dicendo, come fa ora, che destra e sinistra sono uguali e che tutti i politici sono ladri e corrotti; che è come dire che sono tutti onesti, insomma il regalo migliore che si potesse fare a Berlusconi. Quando Silvio invece scendeva in campo pare che Beppe non fosse così avverso al progetto, ma a quei tempi non si occupava di politica, semplicemente spaccava computer sul palco sostenendo la loro inutilità e raccontava vaccate da primato, come quella sull’olio di colza da sostituire alla benzina o sull’Aids inventato dalla case farmaceutiche per vendere più medicine.

Ma scordiamoci pure il passato, resta però da capire questo differente atteggiamento nei confronti dei telegiornali e dei talk show. Ci piacerebbe avere qualche lume, non sarà che Grillo preferisce i telegiornali perché lì non c’è contradditorio e ci si esprime per slogan e battute? O che nei notiziari i suoi eletti non hanno la possibilità di conquistarsi una vera visibilità, e quindi di fargli anche minimamente ombra? Sono domande che, ci scuserà il leader del M5S, noi “negati” che amiamo capire e non annuiamo a comando, non possiamo fare a meno di porci.

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Scritto da Style24.it Unit

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