Perché Santoro abbandona Annozero?

La notizia del divorzio consensuale tra la Rai e Michele Santoro ha colto tutti di sorpresa, il pubblico e i collaboratori stessi del giornalista. Certo Michele continuerà a lavorare in Rai da collaboratore esterno, con due anni di contratto in esclusiva, ma rinuncerà alla conduzione di Annozero per battere non ancora meglio precisate "nuove strade", probabilmente la realizzazione di quelle docu-fiction a cui è stato sempre molto affezionato.

Molti in queste ore si stanno chiedendo se si tratti di vero divorzio consensuale o di una cacciata camuffata da gentlemen's agreement. È con tutta probabilità giusta la prima ipotesi, anche se le pressioni di questi mesi dei pretoriani berlusconiani che amministrano la Rai, in primis tra tutti il dg Mauro Masi, si sono fatte sentire e questa stagione televisiva, caratterizzata da continue polemiche e minacce neppure tanto velate, ha sicuramente inciso sulla scelta del conduttore di Annozero. Insomma, essere oggetto dell'ossessione e dei complotti del presidente del Consiglio dei ministri per il semplice fatto di fare il proprio lavoro, fare da continuo bersaglio agli attacchi scomposti della stampa prezzolata e della destra parlamentare senza venire minimamente difeso – ma anzi boicottato – dalla propria azienda, non sarebbe facile per nessuno.

Poi certo Michele Santoro non è uno che si è mai seduto sugli allori, fossilizzandosi su una formula di successo, come chi trovata l'idea buona non si fa problemi a sfruttarla ad infinitum (senza fare nomi: Bruno Vespa). A lui piace sperimentare, cambiare format e meccanismi, mettersi alla prova in nuove idee e nuovi progetti; e probabilmente da tempo si è convinto dei molti limiti del talk show, un genere per molti versi ormai logoro.

C'è da dire che se vivessimo in un paese normale questa notizia non sarebbe degna neppure di due righe di commento: un giornalista decide di abbandonare la conduzione di un programma e di raccontare la realtà attraverso altri linguaggi e altri strumenti: nulla di male, anzi. Ma non siamo in un paese normale, siamo in Italia, un posto in cui – secondo le agenzie internazionali – non esiste piena libertà di stampa e dove la televisione pubblica e privata è di fatto controllata da un uomo solo al comando.

In una situazione talmente critica, dove i telegiornali censurano le notizie sgradite al governo e dove l'informazione assume i toni della propaganda, la notizia della scomparsa di Annozero dai palinsesti del prossimo anno non può non destare allarme, perché il programma di Rai due ha svolto in questi mesi un ruolo importantissimo di informazione indipendente, di zona franca di libera circolazione delle notizie in un panorama televisivo da regime sovietico. Qualcuno dice che Annozero potrebbe rimanere in programmazione con un nuovo conduttore, per esempio Corrado Formigli. Ne dubito, perché a Palazzo Grazioli stanno già brindando. Comunque, aspettiamo di sentire la campana di Santoro.

Scritto da Style24.it Unit

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