Mino Reitano, Aldo Grasso, “La vita in diretta”: Š solo un rock ‘n roll show

In questo video Aldo Grasso ha espresso la sua indignazione. In questa lettera (che riporto anche sotto) tale Claudio ha espresso la sua. Ora tutti assieme alziamo le mani e intoniamo la nostra: insultiamo Cucuzza per 13 minuti e 23 secondi.

Bene, ci siamo liberati, sfogati. La coscienza è a posto. Però la vera domanda, caro Grasso e caro Claudio, non è perchè La vita in diretta si metta a sfruttare la tragedia di Mino Reitano, piuttosto perchè Mino Reitano permetta che si sfrutti così la sua tragedia.

Soldi? Bisogno di non sentirsi solo? Non so, ma cambiando l'ordine degli addendi, questa volta, il risultato cambia.  

Ecco la lettera di Claudio pubblicata qui.

Breve premessa. non amo la musica di Mino Reitano, il personaggio mi ha sempre lasciato indifferente, ma ho un enorme rispetto per la vicenda umana che lo vede sfortunato protagonista. Reitano, non sta bene, gli auguro che l'affetto del suo pubblico e le preghiere che in molti stanno facendo in queste ore per lui, lo facciano stare già meglio questa sera stessa. Si riprenderà, forza Mino! Forza a chiunque si dibatte in momenti drammatici.

Detto questo, per la seconda volta ho assistito a un collegamento con casa Reitano. Mino ha perso chili, parla con un filo di voce, gli sfuggono un paio di lacrime. Il pubblico dallo studio applaude. Mi domando: qual é lo scopo di quest'ultimo modo di fare tv, per giunta tv pubblica. Dopo il parto, forse, vogliono seguire, come in un reality, il corso del male che ha minato il corpo del popolare cantante.

Mi domando cosa diavolo voglia fare Cucuzza con la redazione de La Vita in Diretta. Cerca lo scoop, gli indici d'ascolto sorvolando sul dolore di un essere umano. Qualcuno avrà dato il consenso per le dirette: il cantante, la moglie, i familiari, magari per far rivivere i fasti di un tempo al loro amato. La tv del dolore ci si é ficcata immediatamente: restituire il sorriso all'artista in cambio del lancio dallo studio di collegamenti con casa Reitano dopo un breve spazio pubblicitario. Mi vergogno. Le domande sono e sarebbero ancora tante.

Mi chiedo se non esista un Ministro al Buon Gusto, un Direttore di rete piuttosto che di produzione; un'associazione dei diritti umani che s'indigni e urli a capistruttura, direttori, fochisti, macchinisti e uomini di fatica, che é giunto il momento di smetterla. Di educare i piccoli, sempre più impegnati in altro, al pc per esempio, e i più grandi, agli anziani, che esistono limiti invalicabili oltre i quali non si può andare. E se la star della tv o della canzone sta male, va lasciata in pace, rispettata, perché intanto é giusto che sia così.

Poi perché, diamine, la gente non può continuare a farsi i fatti degli altri, buoni o brutti che siano. Tv urlata, dalla Rai alle private; politici che si confondono a tronisti, cuochi esperti di piante; interviste taroccate o pettinate; assassini superstar e altro. Non se ne può più. La Vita in Diretta da qualche giorno sta riscrivendo programma e titolo, si iscrive autorevolmente nei reality, ne ha facoltà. Si chiamerà La Morte in Diretta, avrà ascolti e, purtroppo, vivrà felice e contenta. E avrà il sorriso di Michele Cucuzza.

Scritto da Style24.it Unit

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