La personal-tv di servizio pubblico di Aldo Grasso

Libero da impegni, ieri pomeriggio ho finalmente visto un ottimo programma televisivo.

Lo conduce su internet un maestro di televisione che sta sulle scatole a parecchi vip del piccolo schermo: Aldo Grasso.

E' un format metatelevisivo: semi-inedito per me che, a causa di occasionali ammutinamenti della broadband, non riuscivo in passato a vederne una puntata per intero. Ieri ho recuperato il tempo perduto, e ne ho viste una cinquantina.

Giudizio sintetico: entusiasta!

Aldo Grasso esprime ogni critica in modo piano e pacato in un filmato della durata media di 3 minuti e mezzo-4 minuti.

La sua analisi è incentrata su un solo concetto forte e ben calibrato: la sciatteria delle fiction italiane, la logica compiacente e markettara della tv -mentalità che lui ha ribattezzato "mollichismo", da Vincenzo Mollica, il giornalista di Rai Uno che quando riceve uno sputo in faccia da Steven Spielberg, lo ringrazia per l'effetto speciale!-, la funzione di frullatore pro-auditel della tv, che ingloba e centrifuga tutto ed il contrario di tutto all'insegna dell'autospot di sé stessa, la smania di cariche e potere di Costanzo

Con il suo approccio sistemico scannerizza tutto: conduttori, programmi, organizzazione generale della tv ed implicazioni sociali e, perché no, morali dei suoi contenuti. E lo traduce con la semplicità della vera cultura, di chi conosce a fondo una materia, specula a lungo su un tema, ma regala solo riflessioni lievi e depurate dalla gravità delle letture che le hanno partorite.

Grasso, che biasima la trascuratezza delle fiction, ha inoltre una grande cura per il particolare illuminante, per la chiave esplicativa nascosta nel dettaglio rivelatore.

Ha un solo difetto.

Ragiona secondo logica stringente e senza compiacere nessuno. Immune, o quasi, per quanto umanamente possibile ad un giornalista inserito nell'ingranaggio della grande editoria, dalle seduzioni del tornacontismo.

E così finisce per diventare un consulente non richiesto dai vip. Spesso, anche sgradito.

Consiglia ad Amadeus di non essere presuntuoso pretendendo la prima serata in Rai (chi non lo aveva già pensato, forse anche prima di Grasso, secondo buon senso?), denuncia il potere da padrino di Costanzo.

A cui lui non ha mai baciato le mani.

Non dice cose giuste o sbagliate in assoluto, perché non è Dio ed ha la capacità poco televisiva di essere consapevole di questo limite terreno.

Ma le dice con onestà intellettuale.

I televisivi stanno sulle spine perché, in ossequio al raziocinio applicato alla realtà mutevole, potrebbe bastonare in futuro anche chi ha già lodato: accusa per esempio le Iene, con cui ha un rapporto amichevole, di fare denunce di basso profilo, e non inchieste coraggiose.

Insomma, va giù duro. Come uno psicanalista che fa emergere senza indugi qualcosa di spiacevole e mette in crisi il fragile paziente narciso.

In compenso, gratifica chi cresce, chi non compiace, chi provoca con intelligenza, o chi scopre con umiltà a 40-50 anni il talento che ha sin dalla nascita.

Come Fiorello, che ha saputo fermarsi e farsi consigliare dopo la sbornia da Karaoke; Chiambretti, che ha costruito una macchina originale in una nicchia di tv minoritaria crescendo professionalmente in cambio di un salasso di audience; il maturo "bambino" Teocoli che accetta di farsi guidare da chi ha 30 anni meno di lui; lo "strano" Maurizio Milani che deforma storie un po' amare prese dalla vita e fa ridere senza essere un comico.

Insomma, elogia chi non è narciso. E i comici in particolare, per una sua evidente preferenza.

L'altra tv di Grasso rivela così tutta la fragilità dello star system, si scontra con la friabilità del piccolo schermo, con la boria fatua dei Costanzo e dei Vip immobili negli anni che usano l'etere per pompare il proprio ego.

In fondo, fare tv, ma anche vederla in quantità industriali, è un rassicurante esercizio narcisistico.

La tv è un rifugio confortante, ci conferma quanto sappiamo già e rinsalda lo status quo. Esprime delle verità medie e standardizzate che vanno bene per tutti e non pretendono impegno critico o innovatore da nessuno.

La tv di Grasso, invece, afferma verità personali, mirate, che possono infastidire chi ama l'omologazione e destabilizzare chi non vuole rimettersi in discussione, perché è nato divo e potente.

Fa pensare e invita al cambiamento.

E' vietata ai narcisisti.

Per i vip esenti da vanagloria e per i telespettatori che vorrebbero dei programmi migliori, invece, la personal tv del consulente volontario Aldo Grasso è il vero servizio pubblico!
Guarda la tv on line di Aldo Grasso (la directory di tutti i video è nella striscia "Appuntamenti: televisioni" in fondo alla pagina)Vai alla scheda biografica di Aldo GrassoVai al Forum di Grasso sul Corriere on line

Scritto da Style24.it Unit

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