Festival di Venezia 2019, curiosità sui film italiani in gara

Tra i film in gara al Festival di Venezia in scena dal 28 agosto fino al 7 settembre, ce ne sono 3 italiani. Cosa sappiamo di queste pellicole?

Il Festival di Venezia andrà in scena dal 28 agosto al 7 settembre e le aspettative di fan, cinefili e non, sono altissime. I film italiani in gara sono tre: Il Sindaco del rione Sanità di Mario Mortone, Martin Eden di Pietro Marcello e La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco. Che notizie abbiamo in merito a queste pellicole?

Festival di Venezia 2019: film italiani

La settantaseiesima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia si appresta ad aprire i battenti. Il Lido, dal 28 agosto al 7 settembre, si popolerà di personaggi provenienti da ogni angolo del globo. Come avviene per ogni edizione, le aspettative dei fan sono molto alte. C’è chi è cinefilo sfegatato e non vede l’ora di scoprire qualcosa in più sui film in gara, chi prepara da mesi la reflex per immortalare qualche Vip internazionale e chi, in perfetto stile fashion victim, mira soprattutto ai look che sfileranno sul Red Carpet. Soffermandoci sulla prima categoria, che notizie abbiamo sui tre film italiani in gara? Innanzitutto che, per uno strano scherzo del destino, tutti i registi hanno l’iniziale M. Abbiamo: Il Sindaco del rione Sanità di Mario Mortone, Martin Eden di Pietro Marcello e La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco. Il primo Red Carpet è quello del giapponese Kore-Eda con il film La verité, con un cast internazionale tra cui Catherine Deneuve e Juliette Binoche.

Il Sindaco del rione Sanità

Il Sindaco del rione Sanità di Mario Mortone scenderà in gara venerdì 30 agosto ed è il primo dei tre film italiani in gara. Tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo, ha nel cast Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco e Francesco Di Leva. L’uscita nei cinema è prevista, come evento, il 30 settembre e l’1 e il 2 ottobre. Il regista, lo scorso anno a Venezia con Capri Revolution, descrive così il suo capolavoro: “Il protagonista è Antonio Barracano. ‘Uomo d’onore’, sa distinguere tra ‘gente per bene e gente carogna’. È ‘il Sindaco’ del rione Sanità. Con la sua carismatica influenza e l’aiuto dell’amico medico, amministra la giustizia. Lo fa secondo i suoi personali criteri. Al di fuori dello Stato e al di sopra delle parti. Chi ‘tiene santi’ va in Paradiso. Chi non ne tiene va da Don Antonio, questa è la regola. Un giorno gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello. È il figlio del fornaio, deciso a uccidere il padre. Don Antonio riconosce nel giovane lo stesso sentimento di vendetta che da ragazzo lo aveva ossessionato. E poi cambiato per sempre. Il Sindaco decide di intervenire. Per riconciliare padre e figlio e salvarli entrambi. Per quanto mi riguarda, sono onorato di partecipare per la seconda volta di seguito in concorso alla Mostra. Questo film nasce da lontano. Da quando ho diretto a teatro Il Sindaco del rione Sanità al Nest di San Giovanni a Teduccio. Una sala di cento posti ma molto agguerrita. Lavorare poi all’adattamento per il cinema è stato quasi un passaggio naturale. È stata un’esperienza per certi aspetti sperimentale”. La pellicola di Mario Mortone, così come avvenne per la commedia teatrale, otterrà di certo un gran successo.

Martin Eden

Martin Eden di Pietro Marcello affronterà il Red Carpet lunedì 2 settembre. Nel cast ci sono Luca Marinelli, Jessica Cressy e Carlo Cecchi. Il regista, al suo primo debutto al Festival di Venezia, lo descrive così: “Martin Eden racconta la nostra storia. Quella di chi si è formato non nella famiglia, o nella scuola. Ma attraverso la cultura incontrata lungo la strada. È il romanzo degli autodidatti. Di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione e ne è stato, in parte, deluso. Ma è anche un libro in grado, specie a una seconda lettura, di rivelare la capacità di Jack London. Quella di vedere come in uno specchio le fosche tinte del futuro. Le perversioni e i tormenti del Novecento. Per questo Martin Eden è un romanzo di grande attualità politica. E per questo abbiamo immaginato il nostro Martin attraversare il Novecento, o meglio una ‘crasi’, una trasposizione trasognata del Novecento. Libera da coordinate temporali. Ambientata non più nella California del romanzo ma in una Napoli che potrebbe essere una qualsiasi città portuale (non solo) d’Italia”. Nella pellicola di Pietro Marcello c’è l’ossessione per l’amore, per la cultura, per la crescita sociale e per il successo.

La mafia non è più quella di una volta

Ultimo a scendere in campo, il 6 settembre, è La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco. Un viaggio ‘grottesco’ nella Sicilia, dentro la mafia e l’antimafia della Palermo di oggi, attraverso un documentario della durata di 105 minuti. Questo è quello che ci propone il regista che, nel 2017, a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio ha deciso di realizzare un nuovo film. Partendo dagli scatti della fotografa ottantenne Letizia Battaglia, che ha raccontato le guerre di mafia, Maresco ha ‘riutilizzato’ uno dei personaggi già utilizzati in passato, ovvero Ciccio Mira, impresario di cantanti neomelodici, protagonista nel 2014 di “Belluscone. Una storia siciliana”. Il regista, anche se ce lo presenta un tantino cambiato, quasi cresciuto, e gli fa organizzare un singolare evento allo Zen di Palermo, “I neomelodici per Falcone e Borsellino”, lo fa apparire “nostalgico” nei confronti della “mafia di una volta”.


Scritto da Fabrizia Volponi

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