Fake You: come funziona l’app con le voci dei vip

Come funziona la nuova app Fake YOU? E come mai ha già generato perplessità a livello di normativa sulla privacy?

Il mondo di internet, ormai si sa, è in rapida evoluzione: ogni giorno si affacciano all’orizzonte nuove proposte, nuovi social e nuove app. Ultima tra queste Fake YOU, che sta già facendo parlare di sé. Si tratta di un’applicazione per ora disponibile via web che permette di creare dei messaggio audio partendo da alcuni modelli vocali già preconfezionati. Un pacchetto di 2.500 voci è a disposizione degli utenti per poter scegliere a chi far pronunciare un determinato messaggio per metto di un sistema TTS cioé text-to-speech che tramuta lo scritto in parlato.

Fake YOU: tutto sul funzionamento dell’applicazione

Fake YOU si base su PyTorch, ovvero un framework fondato sulal libreria Torch e che si utilizza per l’elaborazione del linguaggio naturale. Tecnologie analoghe sono utilizzate anche in casi come quello di Alexa di Amazon che, a sua volta, è difatti capace di emulare le voci che le si chiede di “imparare” e impiegarle per comunicare.

Al momento Fake YOU offre un determinato numero di voci divise per categorie: anime, cartoni, voci tratte dai film, personaggi pubblici, musicisti, supereroi ecc. Alcune categorie sono proposte anche per lingua (francese, tedesco e inglese, principalmente). Stanno tuttavia già spuntando le prime proposte prettamente italiane: basta scorrere la lista per veder saltar fuori il nome di Giuseppe Conte, per esempio, o di Wanna Marchi. Sono gli stessi utenti a poter proporre e registrare delle voci: un banner sul sito ufficiale di Fake YOU propone anche collaborazioni a pagamento per mettere insieme un’offerta di voci per l’area geografica di riferimento (dunque, nel nostro caso, l’Italia).

Ma questo progetto sta già sollevando i primi dubbi…

Fake YOU: rispetta la normativa sulla privacy?

Come abbiamo detto, Fake YOU permette di “pronunciare” messaggi con la voce di altri. Si tratta dunque di una tecnologia deep fake: l’intelligenza artificiale è messa a punto così minuziosamente da poter essere facilmente confusa con il reale. Questo è già capitato con video falsi di personaggi famosi che, abilmente lavorati con i giusti mezzi, non sono distinguibili da una clip reale. Il che porta sicuramente a una certa confusione, specie quando i contenuti sono inapropriati alla figura in questione (si prendano ad esempio i video poco lusinghieri fatti con volti di politici o personaggi dello spettacolo).

Il confine tra “scherzo” e inganno è infatti molto labile, specie quando vengono chiamate in causa personalità di una certa rilevanza sociale e politica. A riprova di ciò, il Garante della Privacy è subito intervenuto con una certa preoccupazione aprendo un’istitutoria: “L’Autorità ha chiesto alla società “The Storyteller Company – Fakeyou” di trasmettere con urgenza ogni possibile elemento utile a chiarire l’iniziativa” si legge infatti sul sito di competenza. La preoccupazione riguarda “i potenziali rischi che potrebbero determinarsi da un uso improprio di un dato personale” qual è appunto la voce.

Come andrà a finire? Ma soprattutto, Fake YOU riuscirà a prendere piede e sarà dunque effettivamente un problema o cadrà presto nel dimenticatoio? Questo potranno determinarlo soltanto gli utenti del web, attirati o meno dalla proposta della nuova app.

Scritto da Francesca Aliperta

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