Facciamo un gioco. Immaginate di essere un importante imprenditore alla guida di una grande azienda italiana che, come tutti, deve fare i conti con la crisi economica: calo del fatturato, difficoltà di accesso al credito e le montagne russe della Borsa.
Visti i tempi, come tutti i vostri colleghi, dovete fare economia e una delle prime voci del bilancio che decidete di tagliare è la spesa per la pubblicità. Non a caso, in questi tempi, i mass media di qualunque tipo (tv, internet, radio, giornali) soffrono di un sensibile calo degli investimenti pubblicitari da parte di tutte le imprese.
Domanda: da bravi imprenditori che tengono al futuro della vostra azienda a chi togliete le inserzioni pubblicitarie? Ai canali della Rai, alle emittenti radio, ai siti internet, alla carta stampata o a Mediaset, il gruppo di proprietà del presidente del Consiglio? L'uomo che guida il governo dal quale potrebbero arrivare gli aiuti di stato indispensabili per salvare la vostra azienda e mettervi al riparo dalla crisi?
Beh, se foste davvero bravi capitalisti fareste come stanno facendo tutte le grandi imprese italiane: ridurreste gli investimenti pubblicitari ovunque tranne che su Mediaset, la quale infatti – come documentato dall'Espresso – nonostante stia perdendo ascolti sta registrando un aumento della raccolta pubblicitaria (forse caso unico al mondo), pure in un periodo di crisi come questo.
Il giochino serve a dimostrare una cosa: il conflitto d'interessi funziona e produce danni alla vita economica e sociale del paese a prescindere dalla buona fede degli attori coinvolti e dello stesso Silvio Berlusconi.
Se anche il premier fosse la persona più onesta del mondo, tutti noi nelle condizioni di decidere dove investire i soldi delle nostre imprese (restiamo nel gioco), non potremmo fare a meno di usare più di un occhio di riguardo nei confronti di Mediaset. È normale e inevitabile che succeda.
Se poi aggiungiamo che Silvio Berlusconi dimostra una sensibilità pari a zero sul problema e che, ancora nell'autunno scorso, chiedeva a un gruppo di imprenditori come facessero a scegliere di investire in Rai, beh abbiamo un quadro abbastanza chiaro della gravità della situazione. E della necessità vitale, purtroppo mai pienamente compresa dall'elettorato, di una legge sul conflitto d'interessi.