Elezioni: Dario Franceschini si dimette dalla Televisione

"Bisogna toglierci dalla testa che oggi la politica sia tutta televisione. Da adesso alle elezioni, non state più in casa davanti alla tv…La gran parte degli italiani e ci sono degli studi che lo dicono, parliamo del 40 per cento, decide di votare, in base al consiglio di una persona di cui si fida."

Lo dichiara Dario Franceschini, come si può leggere in questo servizio che ho scritto per 9 Colonne: almeno stavolta il leader dell'opposizione dice qualcosa di veramente diverso dal capo del governo ,Berlusconi, e leader di tutte le tv…

9Colonne) -Roma, 28 mag (citare la fonte). In Rai scatta l'ora della par condicio e i programmi che generano audience e polemiche si mettono in disparte.

Da ieri ,mercoledì 27 maggio, i candidati alle elezioni europee si presentano agli italiani in due rubriche curate da Rai Parlamento: "Interviste" e "Conferenze stampa". I due spazi ospiteranno i rappresentanti di 15 liste nazionali individuate dalla commissione di Vigilanza.

Le "Conferenze stampa" ,di 50 minuti ciascuna, andranno in onda tutte su RaiTre in prima serata, due per volta, fino a venerdì 5 giugno. L'ultima avrà come protagonista Silvio Berlusconi.

Le "Interviste" dei leader saranno trasmesse da RaiDue. Avranno una durata di 20 minuti ciascuna. Il principio dell'alternanza permetterà in questo caso a Dario Franceschini del PD l'ultima parola, venerdì 5 giugno alle 22.45.

Dopo il tentativo di spettacolizzare la Comunicazione Politica in Tv con il confronto all'americana tra Prodi e Berlusconi in occasione della campagna elettorale del 2006, tornano dunque i consueti format "ammazza-auditel", criticati dagli addetti ai lavori.

I responsabili dei programmi che di solito creano interesse e fermento dialettico sui temi politici si rassegnano al riposo forzato: Annozero di Michele Santoro propone giovedì 4 giugno un reportage di Roberto Pozzan sui camionisti, Ballarò di Giovanni Floris, invece, martedì 2 giugno non va in onda.

Nella campagna elettorale del 2009, a sorpresa, il potere di influenza della tv è messo in discussione dal leader dell'opposizione.

In visita ad Imperia, Dario Franceschini ha dichiarato:

"Bisogna toglierci dalla testa che oggi la politica sia tutta televisione. Da adesso alle elezioni, non state più in casa davanti alla tv, ma nei condomini, per le strade e nei circoli, perché è il contatto con la gente la nostra forza. La gran parte degli italiani e ci sono degli studi che lo dicono, parliamo del 40 per cento, decide di votare, in base al consiglio di una persona di cui si fida. Noi volevamo un partito radicato e di circoli, con una presenza sul territorio che nessun altro partito può vantare. Dobbiamo usare questa forza che il 7 giugno ci permetterà di avere delle sorprese inaspettate e positive".

Il piccolo schermo, che tutto divora, rilancerà di certo anche questa opinione anticonformista.

Il meccanismo dei format elettorali congegnati da Rai Parlamento non si discosta molto dalla vecchia Tribuna Politica degli anni '60 e 70, moderate da volti popolari come Jader Jacobelli e Ugo Zatterin.

A loro spettava il compito notarile di cronometrare gli interventi dei politici e di dare la parola ai giornalisti autorizzati a rivolgere le domande ai leader's di Partito.

In quel tipo di televisione ,considerato da molti soporifera, esisteva però un elemento di "fiction" televisiva che pochi conoscono.

I giornalisti presenti in platea erano solo in parte autentici cronisti di vere testate.

Tra loro, infatti, c'erano molte comparse in giacca e cravatta che fingevano di prendere appunti, allo scopo di mettere in scena una conferenza Stampa più realistica e vivace.

Scritto da Style24.it Unit

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