All’Infedele il grido di sdegno della suora contro Silvio Erode e i maschi italiani: ma le donne sono peggio!

Ieri sera all’Infedele di Lerner è stato letto un testo molto bello e appassionato di una suora di frontiera, Rita Giarretta, che opera e lavora nella comunità d’accoglienza Rut di Caserta. Scrive suor Rita, che quotidianamente ha a che fare con casi di criminalità e “sfruttamento sessuale”, di sentirsi sconcertata “nell’assistere come da ville del potere alcuni rappresentanti del governo, eletti per cercare e fare unicamente il bene per il nostro Paese, soprattutto in un momento di così grave crisi, offendano, umilino e deturpino l’immagine della donna.”

Molto suggestivo e denso di significati anche il paragone biblico: “Come non andare con la mente all’immagine di un altro “palazzo” del potere, dove circa duemila anni fa al potente di turno, incarnato nel re Erode, il Battista gridò con tutta la sua voce: -Non ti è lecito, non ti è lecito.”

Poi suor Rita si domanda, riecheggiando riflessioni già ascoltate in questi giorni, dove siano i maschi, perché “poche sono le loro voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti. Nei loro silenzi c’è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia”.

Ora, non per fare un’inutile gara allo scaricabarile tra i sessi, ma mi permetto di far notare che allo stesso modo verrebbe da chiedersi dove sono le donne italiane. Perché le manifestazioni di protesta che – solo adesso! – si stanno attivando sembrano ristrette alle solite élite borghesi e girotondine, e pare proprio mancare un’indignazione di popolo, un’onda d’urto femminile e femminista che rifiuti lo squallore dello spettacolo offerto dall’Erode di Arcore.

Tanto per non restare a livello di sensazione, Ilvo Diamanti ieri su Repubblica – citato anche dalla collega Eleonora Bianchini – riporta alcuni dati raccolti in questi ultimi mesi che descrivono un’Italia divisa in due, dove accanto ai critici e agli indignati vi è (quasi) metà del Paese che continua a giustificare i comportamenti del sultano. E tra questi come tra gli altri non vi sono differenze significative tra uomini e donne, anzi queste ultime appaiono un po’ meno severe nei confronti di Berlusconi, soprattutto tra le classi d’età più giovani (18-29 anni e 30-44 anni).

Specularmente i maschi più critici sono appunto quelli tra i 18 e i 40 anni, forse perché diversamente dai nostri padri e dai nostri nonni la mia generazione (e quelle più giovani) ha scoperto il sesso senza i tristi riti d’iniziazione nelle case chiuse, e ha sempre considerato “da sfigati” mettersi a pagare per avere compagnia femminile. Piuttosto mi sconcerta l’atteggiamento decisamente più indulgente delle mie coetanee e delle ragazzine. Se qualcuna vuole intervenire per provare a spiegare è la benvenuta.

(In alto: alcune delle protagoniste delle notti di Arcore).

Scritto da Style24.it Unit

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