Chi era Natalia Ginzburg: tutto sulla scrittrice italiana

Natalia Ginzburg e il ruolo centrale nell'attività politica e letteraria del XX secolo.

Natalia Ginzburg è ricordata come una delle autrici più importanti del secolo scorso in Italia. Oltre ad essere vincitrice del Premio Strega è stata una donna impegnata attivamente in politica nel corso della resistenza e successivamente degli anni di piombo.

Chi era Natalia Ginzburg

Natalia Ginzburg (Palermo, 14 luglio 1916 – Roma, 8 ottobre 1991), è stata una scrittrice italiana. Nasce nella città siciliana con il padre Giuseppe Levi, uno scienziato ebreo di Trieste e la madre Lidia Tanzi, cattolica di origini milanesi. Nonostante le credenze religiose dei genitori viene cresciuta insieme ai suoi fratelli da atea e soprattutto antifascista.

La famiglia si trasfeisce a Torino e qui la piccola passa infanzia e adolescenza di cui abbiamo notizie grazie a romanzi autobiografici. Frequenta un istituto privato nei primi anni di scuola sentendo poi una grande differenza con il passaggio al Liceo-ginnaio Vittorio Alfieri. Una costante di questo periodo però è la scrittura di poesie e racconti, da sempre una sua grande passione.

L’attività letteraria di Natalia Ginzburg

Il suo percorso nel mondo della scrittura attraversa fasi diverse. Da bambina infatti esprime i suoi pensieri in rima, per poi, una volta adolescente, passare alla scrittura in prosa pubblicando testi sulla rivista “Letteratura”. Nel 1933 si registra il suo esordio ufficiale attraverso “I bambini” racconto pubblicato sulla rivista “Solaria”, per cui per altro scrisse anche Eugenio Montale.

In questi anni conosce anche Leone Ginzburg, di cui prende il cognome una volta sposata nel 1938, e dall’amore tra i due nascono Carlo, Andrea e Alessandra. La vita famigliare non la allontana però dai suoi progetti, infatti inizia a militare con i colleghi della casa editrice Einaudi contro il fascismo.

Negli anni ’40 è costretta a trasferirsi con il marito in Abruzzo e qui inizia a scrivere e pubblicare con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte romanzi come “La strada che va in città”. Dopo la morte del marito, ucciso in carcere, Natalia si trasferisce a Roma e inizia a lavorare per breve tempo presso Einaudi, per poi tornare nuovamente a Torino.

L’impegno politico di Natalia Ginzburg

Con l’avvento del decennio successivo torna a pubblicare i suoi romanzi e incontra Gabriele Baldini, professore di letteratura inglese di cui si innamora e con cui mette al mondo Susanna e Antonio. Il periodo che segue è per l’autrice ricco di successi, soprattutto a livello lavorativo grazie a romanzi incentrati sul tema della memoria.

Alcuni suoi testi ottengono riconoscimenti il premio Viareggio con “Valentino” o nel 1963 il noto Premio Strega con uno dei suoi libri più amati: “Lessico famigliare”. In questi anni alla produzione letteraria si aggiunge la collaborazione con testate nazionali come il “Corriere della Sera” su cui scrive di critica letteraria e spettacolo.

Con l’inizio degli anni di piombo Ginzburg si impegna attivamente, insieme agli intellettuali italiani, da un punto di vista politico ma anche culturale. Partecipa per esempio alla “Lettera aperta a L’Espresso sul caso Pinelli” ma anche alla campagna a favore dei due militanti di Potere Operai condannati. Nel 1983 entra in Parlamento a sostegno del Partito Comunista Italiano e prosegue la sua attività per diversi anni, per poi spegnersi a 75 anni.

Scritto da Alessandra Coman

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