Come gestire la sindrome di Peter Pan

La sindrome di Peter Pan è una condizione psicologica non classificata come disturbo mentale e rientra nella casistica dei disturbi da immaturità psicoaffettiva. Come il personaggio della nota fiaba, che si rifiutava di crescere, chi è affetto da questa sindrome, anche se è già adulto, in varie situazioni della vita tende ad assumere degli atteggiamenti immaturi.

La sindrome di Peter Pan è un disturbo in grado di provocare enormi disagi e sofferenze. La persona affetta da questa sindrome sa socializzare molto bene, ma non sa relazionare affatto e nelle relazioni con gli altri cerca sempre di primeggiare o di stare al centro dell’attenzione. Si tratta di una condizione naturalmente inconscia, che lavora al di sotto della coscienza dell’individuo. Il Peter Pa, proprio come un bambino, è portato a guardare solo al lato divertente e positivo della vita, sfuggendo a quello negativo. Per non soffrire, evita.

Per sconfiggere le difficoltà provocati dalla sindrome di Peter Pan occorre una corretta psicoterapia, unita a una comprensione profonda di sé e al perdono. Il Peter Pan ha paura di crescere perché ha paura di amare, perché non gli è stato insegnato ad amare o perché non è stato amato e di conseguenza si ama poco. Chi non sa amare si pone sempre come un bimbo che cerca di ricevere, invece che di dare.

Ecco i primi tre passi utili per gestire la sindrome:

1. La prima mossa è quella di imparare ad amarsi, così da cominciare a poter amare anche gli altri. Come conseguenza diminuiranno probabilmente i disturbi psicosomatici e quelli psicologici, perché le relazioni interpersonali saranno più equilibrate e quindi maggiormente soddisfacenti.

2. Il secondo passo necessario è l’elaborazione della causa della sofferenza passata alla base della sindrome e la conseguente accettazione di essa come un puro fatto immutabile appartenente al nostro passato.

3. Il terzo passaggio consiste nell’imparare ad accettarsi con i propri limiti, anche quello di sentirsi sempre degli adolescenti.

Per superare invece le condizioni più gravi, come il rifiuto totale delle responsabilità quotidiane, la non accettazione degli aspetti più difficili della vita, che non venendo accettati causano ansia o depressione, è invece indispensabile una psicoterapia.

Scritto da Annamaria Legrenzi

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