Alessia Rosati e la sua storia come quella di Emanuela Orlandi

Il ritrovamento dei resti umani alla Nunziatura e due storie che sembrano assomigliarsi: Alessia Rosati e la sua storia come quella di Emanuela Orlandi

Alessia Rosati è una ragazza la cui storia potrebbe essere come quella di Emanuela Orlandi e addirittura sovrapporsi ad essa. La giovane scomparve nel 1994 e di lei non si seppe più nulla ed il ritrovamento di resti umani femminili alla Nunziatura Apostolica di Roma ha riaperto i casi delle donne scomparse in quel periodo buio. Fra i nomi che si fanno ci sono quelli di Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e, appunto, quello di Alessia Rosati. Sabato 23 luglio 1994 Alessia accompagnò un’amica a fare degli esami, salutò il fratello e scomparve: i familiari la cercarono per ore e scoprono che gli esami erano finiti da tempo e che le due amiche si erano salutate vicino alla fontanella di via Val Padana, nel quartiere Monte Sacro, a duecento metri dalla casa dei Rosati. 

Alessia Rosati come Emanuela Orlandi?

Le prime ricerche furono blande, Alessia era maggiorenne e notoriamente molto indipendente. Poi all’amica arrivò una lettera, spedita da Roma e a firma di Alessia: “Cara Claudia, so che t’ho sempre detto tutto, ma questa volta è successo tutto all’improvviso. Ho incontrato un ragazzo a via Conca d’oro che è stato molto importante per me nel passato, lui stava partendo e se non lo facevo subito non l’avrei più fatto. Non ce la facevo più dovevo scappare da questo anno di merda, e poi lunedì sarei anche dovuta partire per andare in quel paese di merda e tu sai quanto lo odio”. 

La lettera all’amica e più nulla per 23 anni

E ancora: “Partiamo per l’Europa e non so quando tornerò. Ho bisogno un po’ di evadere. Ora mi sento quasi rinata perché avevo voglia di viaggiare. Io non mi sento di dirlo ai miei”. Caso risolto? No, perché la lettera era attribuibile ad Alessia ma ambigua in quanto a riscontri temporali fra quanto scritto e quanto accertato che avesse fatto. In 23 anni di Alessia Rosati non si è saputo più nulla e nel 2016 i genitori e l’associazione Penelope hanno presentato alla procura di Roma un’istanza di riapertura del caso

Scritto da Giampiero Casoni

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