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Negli ultimi anni, il settore della moda ha vissuto un’evoluzione significativa, caratterizzata da un’attenzione crescente verso la sostenibilità.
In questo contesto, la Francia si distingue per una proposta di legge mirata a contrastare il fenomeno del fast fashion e il suo impatto ambientale. L’adozione di tali misure rappresenta un passo fondamentale per promuovere una moda più responsabile e sostenibile.
Il 10 giugno 2025, il Senato francese ha adottato un testo legislativo da notificare alla Commissione europea nell’ambito della procedura TRIS.
Tuttavia, un parere della Commissione, datato 1° ottobre 2025, ha sollevato alcune criticità. In particolare, sono emerse preoccupazioni riguardo alla definizione di ultra-fast fashion, considerata troppo generica, e sull’uso dell’eco-score come sistema informativo per i consumatori. La Commissione ha chiarito che tale strumento dovrebbe rimanere di natura volontaria.
La Commissione ha introdotto un periodo di standstill di tre mesi, rallentando il processo di approvazione della legge.
Tra i punti più significativi della proposta, emergono novità riguardanti l’EPR tessile (Extended Producer Responsibility). Questa prevede l’obbligo di designare un rappresentante autorizzato per le aziende non residenti in Francia e l’introduzione di un’eco-modulazione che consideri gli impatti ambientali e la durata dei prodotti. Le sanzioni per il mancato rispetto delle normative EPR sono fissate a partire da 5 euro per prodotto nel 2025, con un aumento previsto fino a 10 euro entro il 2030.
La proposta legislativa dovrà ora essere esaminata dalla Commissione mista paritaria in Francia, con discussioni previste entro l’autunno. Tuttavia, l’attuale clima politico potrebbe causare ulteriori ritardi. Dopo le necessarie modifiche, il documento dovrà essere nuovamente notificato alla Commissione europea.
Questa proposta è collegata a un rapporto del governo francese che valuterà la possibilità di implementare un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere per i prodotti tessili.
Gli esportatori provenienti da paesi extra-UE dovranno dimostrare che i loro prodotti rispettano le normative sanitarie, sociali e ambientali dell’Unione Europea.
La lotta contro il fast fashion rappresenta solo un aspetto della più ampia transizione verso un’economia circolare. La Francia, attraverso l’adozione di leggi specifiche, intende stabilire un precedente importante per gli altri paesi membri dell’Unione Europea. La sostenibilità nella moda non è unicamente una necessità ambientale, ma si configura anche come un’opportunità economica, capace di generare nuovi posti di lavoro e stimolare l’innovazione nel settore tessile.
Il percorso legislativo intrapreso evidenzia l’intenzione della Francia di muoversi verso un futuro in cui la moda sarà più sostenibile, responsabile e rispettosa dell’ambiente. La proposta di legge rappresenta un passo cruciale per affrontare le sfide poste dal fast fashion e ha il potenziale di influenzare positivamente le pratiche di produzione e consumo in tutta Europa.