“Io vagabando” dei Nomadi: il testo e il significato

Uscito nel 1972 in pieno clima di rivoluzione sessantottina, "Io vagabondo" dei Nomadi è un inno alla libertà e alla crescita.

Testo e significato della celebre canzone “Io vagabondo” pubblicata nel 1972 dalla band “I Nomadi”. Numerose le cover che sono state fatte negli anni da vari artisti, tra i quali anche il calciatore Zlatan Ibrahimovic che la interpreta con Sinisa Mihajlovic sul palco di Sanremo 2021.

“Io vagabondo” dei Nomadi, il testo

Io, un giorno crescerò
E nel cielo della vita volerò
Ma un bimbo che ne sa
Sempre azzurra non può essere l’età
Poi,
Una notte di settembre mi svegliai
Il vento sulla pelle
Sul mio corpo il chiarore delle stelle
Chissà dov’era casa mia

E quel bambino che giocava in un cortile
Io, vagabondo che son io
Vagabondo che non sono altro
Soldi in tasca non ne ho

Ma lassù mi è rimasto Dio
Sì, la strada è ancora là
Un deserto mi sembrava la città
Ma un bimbo che ne sa
Sempre azzurra non può essere l’età
Una notte di settembre, me ne andai
Il fuoco di un camino
Non è caldo come il sole del mattino
Chissà dov’era casa mia

E quel bambino che giocava in un cortile
Io, vagabondo che son io
Vagabondo che non sono altro
Soldi in tasca non ne ho
Ma lassù mi è rimasto Dio
Io, vagabondo che son io
Vagabondo che non sono altro…

Il significato del brano

La canzone “Io vagabondo” dei Nomadi è ormai entrata nel repertorio dei classici della musica italiana. Scritta da Alberto Salerno, marito di Mara Maionchi, il brano è stato pubblicato nel 1972. Anni particolari per l’Italia e per il mondo, durante i quali i giovani sessantottini inneggiavano alla libertà, si rivoltavano contro la società e le inguistizie da essa causate. Da questi temi nasce anche il significato di “Io vagabondo”, una canzone che è un inno alla libertà e al distaccarsi da casa e dalle cose che sono familiari per diventare indipendenti anche senza soldi nelle tasche. I Nomadi cantano una specie di percorso di formazione, da bambino ad adulto. Resta la speranza di un Dio che guidi il percorso di crescita e i passi che conducono fuori dal proprio nido.

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Scritto da Megghi Pucciarelli

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