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La violenza di genere rappresenta una delle questioni più gravi e diffuse della nostra società, colpendo non solo il corpo ma anche l’anima delle vittime.
Recenti indagini hanno dimostrato che le donne che subiscono violenza si trovano spesso in una posizione di vulnerabilità anche in termini di salute, compromettendo il loro diritto a prendersi cura di sé stesse. È in questo contesto che si inserisce il progetto ‘La salute è di tutte’, il quale mira a garantire un accesso equo alle cure sanitarie per le donne nei centri antiviolenza.
Iniziativa promossa dalla rete D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), questo progetto ha come obiettivo principale quello di offrire alle donne vittime di violenza l’opportunità di accedere a programmi di screening e prevenzione sanitaria.
Un’indagine condotta su 207 donne ha rivelato che ben il 48,8% di esse non aveva mai partecipato a programmi di screening, mentre il 31% ha incontrato ostacoli nell’accesso ai servizi sanitari, principalmente a causa delle conseguenze psicologiche e sociali della violenza subita.
Queste statistiche pongono in luce un problema serio: la violenza non solo danneggia fisicamente e psicologicamente, ma crea anche una rete di difficoltà tale da ostacolare l’accesso a cure necessarie.
Molte donne si sentono sopraffatte dai doveri familiari e dalla perdita di autostima, rendendo difficile anche solo pensare alla propria salute. In questo scenario, diventa fondamentale capire che il diritto alla salute è un diritto fondamentale che non può essere negato a nessuno.
La prevenzione è un pilastro cruciale per la salute delle donne, specialmente per quelle che hanno subito traumi. Il progetto ‘La salute è di tutte’ prevede un calendario di appuntamenti gratuiti nei centri antiviolenza, dove le donne possono ricevere visite di controllo per la salute senologica e cardiovascolare.
Queste malattie, infatti, si rivelano essere tra le principali cause di mortalità femminile in Italia, in particolare nelle fasce di età tra i 35 e i 55 anni.
Per garantire un’efficace integrazione tra il sistema sanitario e i centri antiviolenza, è necessario investire nella formazione del personale sanitario. Cristina Carelli, presidente di D.i.Re, sottolinea l’importanza di riconoscere la violenza di genere non come un’emergenza, ma come un fenomeno che ha ripercussioni a lungo termine sulla salute delle donne.
La creazione di un dialogo costante tra le due realtà è fondamentale per costruire percorsi di cura che rispettino e comprendano il vissuto delle donne che hanno affrontato situazioni di violenza.
Il progetto ‘La salute è di tutte’ rappresenta un passo significativo verso la creazione di un ambiente in cui le donne vittime di violenza possano riacquistare il controllo sulla propria salute. È essenziale che la società intera si mobiliti per garantire che ogni donna abbia accesso alle cure e alla prevenzione necessarie, affinché possano riprendersi e ricostruire le proprie vite.
Solo attraverso un impegno collettivo è possibile assicurare che il diritto alla salute diventi una realtà per tutte le donne, senza eccezioni.