GF Vip: bestemmia e rischio squalifica per Amaurys Pérez?

L'ex atleta avrebbe pronunciato una frase assolutamente proibita: il rischio squalifica è alto

Si mette male per Amaurys Pérez. L’ex atleta olimpionico cubano e naturalizzato italiano potrebbe essere stato pizzicato nelle scorse ore dall’attentissimo popolo del web a pronunciare, seppure in modo involontario, una frase che (se confermata) potrebbe tranquillamente costargli la squalifica. Questa, perlomeno, è la teoria di molti.

La frase da lui pronunciata secondo alcuni utenti del web è, per così dire, la più nota e terribile bestemmia, qualcosa che i telespettatori hanno già sentito in pronunciare in precedenza in altri reality e che nei casi precedenti aveva portato il concorrente blasfemo di turno a lasciare il gioco.

Tutto è successo all’improvviso, fra una chiacchiera e l’altra, quando Amaurys si è lasciato scappare delle parole che, usate come intercalare (se così si può definire), potrebbero essere facilmente confuse con l’imprecazione. Qui sotto potete recuperare il video di quanto accaduto e farvi un’idea di quello che potrebbe avere detto Pérez.

Staremo a questo punto a vedere cosa deciderà di fare la produzione, sempre molto attenta quando si parla di bestemmie ad allontanare i concorrenti. In realtà, se ci facciamo più attenzione, sembra che in realtà lo sportivo stia dicendo: “Porco gli ho detto” con marcato accento cubano.

Nella scorsa edizione del GF Vip, tra l’altro, qualcosa di simile era accaduto anche a Denis Dosio, che in lacrime era stato gentilmente condotto alla porta.

Una moria di concorrenti al GF Vip

Se l’abbandono di Amaurys dovesse essere confermato sarebbe davvero un brutto colpo per Alfonso Signorini, che ha già dovuto salutare Ginevra Lamborghini, squalificata per aver bullizzato Marco Bellavia, Giovanni Ciacci cacciato per volere del pubblico e Sara Manfuso, ritirata proprio alla luce del caso Marco Bellavia.

La prossima puntata del GF Vip è in programma per lunedì 10 ottobre. Staremo a vedere cosa accadrà.

Scritto da Alberto Muraro

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