Teleduchiamoci: i bambini scrivono i programmi della Tv

Un progetto sostenuto dal Ministero dell'Istruzione trasforma gli studenti in autori televisivi.

Si chiama "Teleduchiamoci, educarci all'uso della TV", è iniziato in questo mese e si concluderà ad ottobre 2007 con la premiazione delle migliori trasmissioni realizzate dai ragazzi di tutta Italia.

"Il progetto -spiega una nota del ministero- è una risposta alla necessità di sensibilizzare studenti e genitori all'uso corretto del mezzo televisivo, tramite l'attivazione di laboratori mirati a realizzare brevi trasmissioni televisive su tematiche specifiche. L' obiettivo è infatti quello di valorizzare – da parte dei partecipanti – la capacità d'uso del mezzo televisivo, offrire strumenti concreti per rafforzare le capacità critiche di lettura dei linguaggi radiotelevisivi e le capacità comunicative nella loro dimensione pedagogico-educativa".

Su Web, si possono scaricare gli interventi sull'influenza esercitata dalla tv sui più giovani effettuati durante la presentazione del progetto dal sociologo Mario Morcellini e dallo psichiatra Gabriel Levi.

"I sintomi del cambiamento arrecato dalla comunicazione mediale- afferma Morcellini- sono rilevabili nel linguaggio, negli stili di vita e nella gerarchia delle dimensioni importanti fatte proprie dai giovani… ‘Cattiva maestra!' è l'espressione che meglio sintetizza il focus tematico del dibattito pubblico degli ultimi decenni sul rapporto fra giovani e mezzi di comunicazione… Al contrario, la comunicazione, saggiamente ed eticamente utilizzata, può produrre modificazioni dei comportamenti quando questi sono preceduti da modificazioni nelle idee e comunque nella dimensione simbolica. Gli effetti della comunicazione avvengono prima nella mente, in cui si produce il vero addomesticamento al nuovo, per spostarsi gradualmente, ma comunque dopo, nei comportamenti".

Il dott. Levi invece si chiede: "Come impostare un programma sistematico ed efficace che educhi bambini e ragazzi a smontare (e forse a costruire) i messaggi televisivi, in maniera da padroneggiarne la semantica, la sintassi e, specialmente, i meccanismi di informazione -formazione sociale?".

Ecco la sua tesi.

"In realtà i bambini ed i ragazzi hanno fatto molto da soli. Sanno prevedere gli sviluppi di una qualunque storia televisiva. Sanno individuare i personaggi stereotipi ed i discorsi preconfezionati su bambini ideali. Sanno distinguere i giochetti che vengono proposti per classificare, secondo vari criteri di opportunità, tanti tipi di buoni contro altrettanti tipi di cattivi. Ma non basta. Nel mondo degli adolescenti, per fare qualche esempio, reality show, talk show e serial storici, sono analizzati ogni giorno con gusto, ironia e critica sociale. Nonostante lo sviluppo di queste competenze i modelli (raccolti e) proposti da mamma televisione mantengono un forte potere seduttivo. Si può dire che le mode nascono, in parte direttamente dalla società dei giovani. Ma la televisione mantiene la straordinaria capacità di disegnare ex-novo i topoi che raccoglie per strada. Per selezionarli, generalizzarli e per globalizzarli in un universo chiuso. Nessuna posizione pregiudiziale, catastrofica o spacciatrice di droga. La televisione è una realtà educativa. Il punto non è combatterla, ma imparare ad utilizzarla".
Vai alla presentazione del progetto Scarica gli interventi di Morcellini e Levi

Scritto da Style24.it Unit

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