L’incubo nucleare in Giappone e il dibattito italiano: tanti piccoli, patetici Chicco Testa

Terremoto, tsunami, devastazione, forse più di diecimila morti, danni economici astronomici e incalcolabili, un Paese in ginocchio: uno scenario peggiore, per lo sfortunato Giappone, era davvero difficile da prevedere. In più si è aggiunto persino l’incubo di un disastro nucleare, con la situazione della centrale di Fukushima sempre più pericolosa e preoccupante: qualche esperto parla già di rischio Chernobyl e tutto il mondo trema.

Qualcuno da noi comincia a far notare che anche se nell’efficientissimo e iper-tecnologico paese del Sol Levante le centrali non sono sicure, forse sarebbe il caso di pensarci due volte prima di rilanciare il nucleare in Italia, dove succede, per esempio, che non si sono ancora individuati i luoghi definitivi di stoccaggio delle vecchie scorie nucleari.

I patiti dell’atomo invece sembrano non essere sfiorati dal minimo dubbio. Io non sono un esperto e non ho certezze, ma devo dire che l’intervento dalla Gruber di Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano – quelli che vogliono fare business sulle centrali ma che si presentano come neutrali e equidistanti nei loro spot tarocchi – mi ha chiarito ogni cosa. Nel senso che ora sono convintamente contro.

Perché quando il maggiore sponsor dell’atomo, interrogato sui rischi e i pericoli delle centrali che andremo a costruire, ti risponde parlando di quanto sono brutti e cattivi i combustibili fossili e degli incidenti delle raffinerie, capisci subito che gli argomenti a favore sono molto poveri o inesistenti. L’artificio retorico di parlar d’altro è da sempre la prova più certa di ipocrisia e fragilità di argomentazioni.

Ma poi pensavo a quanto sia stravagante questo nostro Paese, dove il maggior protagonista della campagna a favore del nucleare è la stessa persona che nel 1987 ci spiegava le ragioni – poi vittoriose nel referendum – per le quali avremmo dovuto archiviare per sempre quell’esperienza. Mi immagino, non posso ricordarlo perché ero troppo piccolo, con la stessa spocchia e arroganza con cui oggi tratta da poveri ignoranti e fessi quelli che non vogliono tradire l’esito di quella consultazione popolare.

Capisco che siamo il paese dei voltagabbana,  capisco anche che si possa cambiare opinione e che l’assoluta coerenza non sia una virtù, come diceva quel grande provocatore di Oscar Wilde; ma tra cambiare opinione e sposare la tesi esattamente opposta e contraria a quella che si è sostenuta per una vita ce ne corre. Per carità, si può fare, ma almeno si abbia la decenza di ritirarsi dal dibattito pubblico, di chiedere scusa e di chiudersi in casa. O quantomeno di non dare lezioni a nessuno. 

Anche perché sappiamo come finirà, noi italiani i nostri voltagabbana li conosciamo bene: tra dieci – quindici anni, magari dopo un nuovo incidente nucleare, ci troveremo Chicco Testa e tanti come lui di nuovo dall’altra parte della barricata, a dare dell’idiota e del disonesto a chi difende l’atomo.

(In alto: la centrale di Fukushima, fonte: Gaianews.it).

Scritto da Style24.it Unit

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