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La salute della bocca è strettamente legata al benessere dell’intero organismo, perché una corretta igiene orale preserva il sorriso e contribuisce anche a mantenere in equilibrio altre funzioni del corpo. A volte, purtroppo, le gengive possono infiammarsi e provocare fastidi che, se vengono trascurati, possono degenerare in disturbi più seri. Due tra le problematiche più diffuse sono la gengivite e la parodontite, entrambe potenzialmente dolorose e dannose per il tessuto di sostegno dei denti.
La gengivite e la parodontite: cosa sono
La gengivite si manifesta spesso con arrossamento gengivale, sanguinamento durante lo spazzolamento e una sensazione di gonfiore lungo il margine della gengiva. Questo fenomeno è generalmente attribuibile a un accumulo di placca batterica e tartaro, capaci di irritare la superficie delle gengive.
Quando l’infiammazione procede in profondità, può insorgere la parodontite, un disturbo che coinvolge anche l’osso sottostante e rischia di compromettere la stabilità dei denti stessi. Comunque, la possibilità di prevenire o trattare questi problemi in modo efficace è alla portata di tutti. È sufficiente adottare delle abitudini di igiene accurate e sottoporsi regolarmente ai controlli professionali per arrestare i processi infiammatori e tutelare i denti nel lungo periodo.
Le conseguenze sulla salute
Quando la parodontite si spinge ad uno stadio avanzato, potrebbe verificarsi la perdita di elementi dentari, con ripercussioni notevoli anche sulle capacità di masticazione. In situazioni di questo tipo, è fondamentale adottare soluzioni protesiche per ritrovare il comfort durante i pasti e la fiducia nel proprio sorriso.
Tra le soluzioni utili c’è il ponte dentale, indicato per sostituire uno o più denti mancanti mediante ancoraggio agli elementi dentali vicini. Se desideri saperne di più, puoi consultare qui i costi di un ponte dentale, così da pianificare al meglio tutti gli aspetti relativi a questa tecnica.
Le ripercussioni della parodontite sull’organismo non si limitano, però, all’aspetto estetico, perché l’infiammazione delle gengive e la presenza di batteri in grado di arrivare nel flusso ematico possono determinare un rischio per la salute generale.
È quindi importante non sottovalutare i sintomi iniziali, come il sanguinamento e l’arrossamento e ricorrere subito alle soluzioni proposte dal proprio odontoiatra di fiducia. Grazie ad una diagnosi precoce, si possono evitare conseguenze più gravi e si possono salvaguardare tanto i denti quanto le strutture di sostegno.
I sintomi e i fattori di rischio
Il primo segnale di un malessere gengivale è, nella maggior parte dei casi, il sanguinamento durante il passaggio dello spazzolino o del filo interdentale. Alcune persone possono notare anche un leggero gonfiore o una sensazione di fastidio che tende a peggiorare in presenza di alimenti caldi o freddi. Nel caso della gengivite, ci si limita a un processo infiammatorio superficiale, ma, quando il problema riguarda anche il tessuto osseo, è probabile che si stia manifestando la parodontite.
Tra i fattori di rischio ci sono l’eccesso di placca batterica, il fumo e una predisposizione genetica che rende le difese gengivali meno efficaci. Anche un’igiene orale eseguita in modo frettoloso, priva di attenzione ai punti più nascosti, può favorire l’accumulo di batteri dannosi.
Come curare la gengivite e la parodontite
La terapia per la gengivite, in molti casi, si concentra su una pulizia professionale profonda, a cui segue una corretta sequenza di abitudini a casa. Passaggi essenziali per tenere sotto controllo la proliferazione batterica sono costituiti dallo spazzolamento dei denti, dall’uso del filo interdentale con regolarità e dall’applicazione di un collutorio antibatterico.
È utile anche imparare il giusto metodo di spazzolamento: bisognerebbe inclinare lo spazzolino durante la pulizia a 45 gradi rispetto al margine gengivale. Questo semplice accorgimento riesce a rendere più efficace l’azione, perché migliora la rimozione della placca.
Per la parodontite, la cura è più complessa. Si interviene, ad esempio, con un processo durante il quale il professionista rimuove placca e tartaro radicati nelle tasche parodontali. In circostanze più serie, si ricorre a tecniche chirurgiche volte a ripristinare i tessuti danneggiati.