La Lega decide di affrontare la sua crisi di fronte ai militanti e in diretta tv (vedi l’intervento di Maroni). Ma questa trasparenza non sembra aiutare a fare scelte davvero coraggiose e coerenti, lontane dal vecchio teatrino della politica
Una cosa bisogna riconoscerla: un altro partito, dopo uno scandalo come quello che ha investito la Lega Nord, si sarebbe rinchiuso nelle segrete stanze e avrebbe gestito la crisi, e preso le conseguenti decisioni, il più lontano possibile dai media e dai militanti.
Il Carroccio invece ha deciso di fare tutto alla luce del sole, attraverso un mini congresso organizzato nel palazzetto dello sport di Bergamo, trasmesso in diretta tv (da La 7 e Sky) e con tanto di folla di camicie verdi armate di scope, ad invocare pulizia e rinnovamento.
Inoltre gli interventi dei due leader, quello al tramonto (Umberto Bossi) e quello in ascesa (Roberto Maroni), più che comizi sono sembrati dei dialoghi con la base, con i militanti di sotto che tra cori, fischi e applausi, segnalavano ai due oratori i loro desideri, cosa apprezzavano degli interventi e cosa no.
Detto questo però, questa felice scelta improntata alla trasparenza e alla visibilità dei processi interni al partito non sembra aver influito più di tanto sulla sostanza delle decisioni, che restano molto democristiane e da vecchia politica, se possiamo dire così. Maroni e i suoi invocano pulizia ed espulsioni, ma di fronte al vecchio leader – che qualche responsabilità ce l’avrà pure – ipocritamente si fermano, tanto da garantirgli – almeno a parole – l’appoggio per una eventuale ricandidatura alla segreteria.
E nonostante i tanto sbandierati propositi di unità, le differenze sembrano evidenti, con un Bossi che ciancia ancora di complotto mediatico-giudiziario, che non cita mai Rosy Mauro e che del figlio Renzo pare dire semplicemente che sia stato massacrato dai media, e i maroniani che vedono quelli del cerchio magico come una sorta di mafia interna al partito. Di cui, tra l’altro, si accorgono solo ora, perché le attestazioni di stima nei confronti del trota, per esempio, da parte di Maroni e company, ce le ricordiamo tutti.
Ma i militanti per ora sembrano bersi tutto, comprese le pulizie a metà che porteranno all’espulsione di Belsito, Mauro e forse Bossi Junior, come se gli altri nel frattempo avessero vissuto sulla luna.
(Nel video sopra, un momento dell’intervento di Maroni ripreso dalle telecamere di Ballarò).



