Smart working, gli effetti sullo stress: aumenta o diminuisce?

Lo smart working è un nuovo metodo per lavorare a distanza senza doversi recare in ufficio. Viene adottato in casi di estrema emergenza, come quella che stiamo vivendo oggi. Ma lo smart working può essere una fonte di stress?

A causa dell’emergenza Coronavirus che sta colpendo tutto il mondo e in particolare la nostra Nazione, tutti gli italiani sono stati invitati a rimanere nelle proprie abitazioni in quarantena con l’intento di diminuire i contagi. Questo composta non solo l’annullamento di tutti gli impegni e delle proprie abitudini di routine, ma anche la chiusura delle piccole e grandi attività.

Non essendo preparati a tale disagio, molte di queste non erano pronte a chiudere all’improvviso e non si sono organizzate nel modo corretto per portare avanti il proprio lavoro. Altre invece hanno adottato fin da subito il metodo smart working, un nuovo metodo di lavoro a distanza. Ma lo smart working riduce lo stress o lo aumenta? Sono stati condotti vari studi che dimostrano che la risposta varia a seconda della personalità del lavoratore.

Smart working: che cos’è e gli effetti sul benessere

Per “smart working” si intende il lavoro da casa. Ciò che si faceva in un ufficio davanti al computer, si continua a fare da remoto. Si utilizza il computer personale o quello dato dall’azienda, lavorando le stesse ore e mantenendo sempre i contatti con i propri colleghi e il proprio capo tramite app per videochiamate. Questo metodo di lavoro è del tutto nuovo e si è dovuto metterlo in pratica con tempestività, senza domandarsi se potesse funzionare o meno. Il risultato però è stato ottimale.

smart working videochiamate

Lo smart working aumenta lo stress? Per rispondere a questa domanda, bisognerebbe analizzare il carattere di ogni persona. Infatti, alcuni lavoratori si sentono a loro agio nel lavorare da casa perché sono nel loro spazio personale e privato e non subiscono pressioni o agitazioni. Si sentono super produttivi, riuscendo ad organizzarsi nel migliore dei modi e sentendosi rilassati anche mentre lavorano.

Ad altri lavoratori invece, capita l’opposto. Non si sentono motivati perché manca proprio quella pressione in ufficio che li spronava a fare sempre meglio. Si “lasciano andare” perché essendo comodi a casa e circondati dalle distrazioni, non riescono a lavorare in piena concentrazione.

Lavorare a casa: aumenta lo stress o lo diminuisce?

Secondo uno studio condotto nel 2018 dalla Baylor University, la risposta a questa domanda dipende dalla personalità. Lavorare da casa non è bello come può sembrare e soprattutto non è facile adattarsi. Molte persone amano la loro routine dell’ufficio e adorano l’ambiente lavorativo. Il fatto che debbano stare tutto il giorno in un ambiente casalingo, li demoralizza e comincia a mancare la voglia di fare qualsiasi cosa.

Esaminando l’operato di un campione di lavoratori, sono arrivati alla conclusione che lavorare da casa, per alcune persone, può aumentare la produttività e ridurre lo stress. Le persone di questo tipo sono incentivate a mangiare in maniera più sana e possono equilibrare meglio la vita professionale con quella privata e familiare. É stato svolto un secondo studio nel 2011 il quale ha messo in luce che coloro che lavoravano da casa avevano un livello di stress inferiore del 25% rispetto a coloro che quotidianamente si recavano in ufficio.

In generale lavorare è stressante, soprattutto se si lavora in un ambiente competitivo e pieno di pressione. Ovviamente, stare tutto il giorno dentro a quattro mura non è piacevole a lungo andare, ma per quanto riguarda il lavoro è sicuramente più piacevole.

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