E’ morto all’età di 82 anni il comandante della missione Apollo 11, definito dal presidente americano Obama “tra i più grandi eroi americani, non solo del suo tempo, ma di tutti i tempi”
E’ morto, all’età di 82 anni Neil Armstrong, il primo uomo che ha messo piede sulla Luna il 20 luglio del 1969.
Una figura quasi mitica nell’immaginario comune, l’astronauta americano che segnò l’inizio della corsa alla conquista dello spazio fra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Era l’estate del ’69 quando mia madre (10 anni) raccolta attorno alla televisione assieme a un capannello di gente, seguiva la memorabile impresa. Quel ricordo, raccontato nei minimi dettagli, è stato per lungo tempo la mia storia della buonanotte.
“Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità” – con queste parole Armstrong toccava il suolo lunare.
Nato a Ohio il 5 agosto del 1930, Neil comandò nel 1969 la missione di allunaggio Apollo 11, accompagnato dagli astronauti Michael Collins e Buzz Aldrin.
Lo scorso novembre gli era stata conferita la Congressional Gold Medal la più alta onorificenza civile americana.
E’ morto, secondo quanto reso noto dalla famiglia, per ”complicazioni post operatorie” in seguito ad un intervento di by-pass coronarico a cui si era sottoposto all’inizio del mese.
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