Marchionne e il crollo Fiat: così passa la gloria degli eroi di tv

Fiat nelle vendite in Europa crolla del 25 per cento rispetto all’anno scorso. I tg nascondono la notizia e Marchionne continua a essere presentato come un eroe del capitalismo italiano e il profeta dello sviluppo

Abbiamo più volte rilevato la scarsa attitudine critica del giornalismo italiano, specie di quello televisivo. Nulla da dire invece sulle sue capacità agiografiche: nel costruire i santini dei potenti l’informazione tricolore è sempre parsa imbattibile, e negli anni scorsi ha probabilmente raggiunto vette ineguagliabili.

Prendete Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della Fiat. Ce l’hanno dipinto come un eroe dei due mondi, un novello Garibaldi, che non solo salva la Fiat dal disastro ma addirittura sbarca in America e compra (con soldi americani) Chrysler. Un simbolo dell’Italia che lavora, produce e funziona, ma di più, un profeta del nuovo, un guru capace di indicarci la via della modernità e dello sviluppo.

Poi che questa via della modernità indicata dal campione del capitalismo italiano sappia di vecchio e già sperimentato, di Thatcher e Reagan, di contrazione dei diritti dei lavori, umiliazione del sindacato e strapotere dell’impresa, di ricatto occupazionale e manager che guadagnano 400 volte di più dei loro operai, pochi l’hanno rimarcato.

Ma del resto, come fare a contraddire l’eroe dei due mondi, l’italiano che sbanca l’America e stringe la mano al presidente Obama?

Però, com’è noto, spesso la realtà si prende la briga di smascherare i quadretti idilliaci dipinti dai giornalisti scendiletto. Ieri, per esempio, sono arrivati i dati dell’Acea – l’associazione di costruttori di automobili in Europa – che raccontano una situazione molto lontana dai trionfalismi del Lingotto e dei suoi cantori, di quelli che ci spiegano dagli schermi televisivi qual è “l’Italia che piace”.

La realtà raccontata dai numeri è che Fiat risulta sempre meno competitiva e vende sempre meno vetture: rispetto all’anno scorso si registra un calo di oltre il 25 per cento, insomma un tonfo. Con quote di mercato che si vanno via via restringendo.

La notizia, arrivata ieri mattina, apriva le edizioni on line di diversi quotidiani. Stupisce qualcuno sapere che nei titoli delle edizioni delle 13 e delle 13.30 di Tg1 e Tg5 non se ne faceva cenno?

Scritto da Style24.it Unit
Leggi anche