Avete presente quei post del weekend che non c'azzeccano nulla con la tv? Ecco.
Prima vi appiccio la notizia qui sotto, poi provo ad immedesimarmi in un negoziante che rimane aperto anche nel mese di agosto. E allora andiamo con la notizia.
Il garzone di bottega quest’estate lo paga il Comune di Milano. Centoventi studenti universitari, rigorosamente under 25, per sostituire i dipendenti partiti per le ferie. Busta paga e contributi a carico di Palazzo Marino. Ad agosto, spazio ai giovani in negozio. Il voucher lavoro, uno stanziamento per 120 mila euro, arriverà in giunta oggi. I contenuti di massima li ha anticipati ieri l’assessore alle Attività produttive, Giovanni Terzi. In pratica Palazzo Marino finanzierà i buoni a fondo perduto istituiti dal ministero del Lavoro e acquistati dai commercianti direttamente dall'Inps e il Comune. «Una misura importante per la formazione dei ragazzi — dice Terzi — e per contribuire a rafforzare il tessuto sociale. Oltre che per dare un ulteriore incentivo ai commercianti perché tengano aperto ad agosto». Il bonus lavoro, dunque. L’«aiutino» ai commercianti in tempo di crisi. Che non rimarrà isolato. Perché i contributi comunali arriveranno anche agli esercenti che non abbasseranno la claire nelle due settimane centrali del mese. Dai mille ai cinquemila euro: il bonus arriverà sotto forma di contributo economico a favore delle ristrutturazioni dei negozi. Soldi per metà a fondo perduto e per metà da restituire a tasso superagevolato.
Bene. Avete letto? Ok, ora proviamo a ragionarci su. Il negoziante, mi dicono, ma non ci sono prove certe, è un essere umano. Sì, proprio di quelli che mangiano, bevono, respirano, parlano e si muovono. Ragionano anche. Incredibile. Io nella vita faccio il giornalista, ma con le dovute precauzioni in stile Area 51 proverò ad immedesimarmi in questa particolare specie umana.
Mi sono fatto il culo tutto l'anno. Sono stanco. E a dirla tutta non è stata un'annata d'oro, tra vendite in calo e simpatiche banche con le quali fare i conti. Ho voglio di sentire le chiappette fresche immerse nell'acqua, ho voglia di lasciar da parte per almeno tre settimane i problemi e magari, chissà, godermi anche la mia famiglia. Perchè mai dovrei essere diverso da un qualunque impiegato di una qualunque azienda milanese che chiude i battenti. Ah, sì, dimenticavo, io offro un pubblico servizio. E' vero, ma come mai il Comune in tutti questi anni non ha fatto ciò che era in suo potere: far tenere aperti obbligatoriamente in agosto (attraverso turni) alimentari, bar e ristoranti, garantendo almeno un 25% di aperture. Evidentemente non era così importante.
E poi cosa dovrei fare? Rimanere aperto in agosto per poi chiudere, ad esempio, a settembre. Così, tanto per perdere un po' di guadagni proprio quando tutti sono a Milano? Perchè non dovrei far coincidere il calo delle vendite con l'aumento del mio ozio marino?
Sono belli questi incentivi che pesano sulle tasche dei contribuenti. Proprio belli. Oltretutto non vedo l'ora di avere un brufoloso ventenne senza esperienza al quale stare dietro per un bel mesetto aumentando il mio sano stress.
La verità è che se rimango a Milano anche in agosto, io negoziante, è perchè gli affari non sono andati bene nel corso dell'anno e non ho soldi per godermi il mare. Oppure i bassi guadagni di agosto mi servono per poter mangiare a settembre. Ben vengano gli incentivi, magari non a spese dei contribuenti, ma una volta per tutte mi chiedo: la vacanza per un commerciante è un optional? E soprattutto, perchè mai i milanesi devono incazzarsi tutte le volte che ad agosto trovano un negozio chiuso? Pensate piuttosto a tutti i giorni dell'anno in cui quel negozietto è rimasto aperto: sì, proprio mentre anche voi stavate lavorando. Pensate poi alla vostra bella settimana al mare. Guardatevi l'abbronzatura e datevi una risposta.
Risposta arrivata? Bene, allora fate quello che avete sempre fatto contribuendo alla morte di tanti negozi: prendete la macchina e andate in un centro commerciale.