Checco Zalone si ritira dalla battaglia natalizia del botteghino cinematografico
Checco Zalone è il grande assente nella battaglia del cinepanettone, ormai così è stata ribattezzata la sfida tra le varie commedie italiane durante il periodo natalizio. La notizia era nell’aria, ma il fortunatissimo comico protagonista del record d’incassi Che bella giornata l’ha confermato oggi in una intervista rilasciata al Corriere della sera.
La ragione sta a metà tra la scelta artistica e le pure considerazioni di marketing, con risvolti francamente inquietanti, se mi si permette qualche piccola dietrologia:
“Quest’anno a Natale non mi vedrete.
Eravamo partiti, io e Gennaro Nunziante, da un film sulla crisi. Poi ci siamo resi conto che la gente non ne può più, al cinema vuole staccarsi dalla realtà che vive ogni giorno. Quest’estate ci chiuderemo in una masseria a scrivere un’altra storia“.
La trovo una resa alle presunte richieste della massa, che secondo lo stereotipo al cinema non vuole pensare ma passare un’oretta e mezza di svago, spegnendo il cervello.
Non si capisce bene perché non possa divertirsi trovando anche interessanti e intelligenti le immagini che vede sullo schermo, ma forse è chiudere troppo all’autore de La cacada, il brano musicale che prende in giro la crisi economica (mentre in realtà la normalizza, facendo passare l’idea che sia un’inevitabilità come le tasse o la morte).
Checco trova anche il tempo di fare della filosofia spicciola sull’offerta cinematografica, che lui stesso ha contribuito a creare: “Siamo messi male per la nostra furbizia, abbiamo aumentato in modo spropositato l’offerta di commedie, la gente non è che si riproduce per vedere i film.
Io non mi permetterei mai di farne uno intelligente, ma non ci si può cullare sulle mode. E poi i biglietti costano troppo“.
E infatti, film non intelligenti per massa di pecoroni: questo ci danno e così ci vogliono.
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