Bianca Pitzorno: tutto quello da sapere sull'autrice

Bianca Pitzorno è una scrittrice contemporanea molto famosa. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sull’autrice: la biografia, il suo romanzo d’esordio, il suo ultimo libro e le ragioni per cui ha ottenuto un tale successo negli anni.

La Pitzorno ha scritto molti libri di narrativa per ragazzi, ma non solo. Celebri, infatti, sono molti dei suoi saggi, alcuni lavori di traduzione che ha effettuato e la scrittura di libri di genere non narrativo.
Biografia dell’autrice
Bianca Pitzorno è nata in Sardegna, a Sassari, nel 1942. Si è laureata in Lettere presso l’Università di Cagliari e, successivamente, ha seguito una specializzazione in cinema e in televisione a Milano. Per molti anni ha lavorato alla sede milanese della Rai, collaborando alla produzione di programmi per ragazzi. Come forse non tutti sanno, oltre ad essere una scrittrice, la Pitzorno è anche un’autrice di testi teatrali e una sceneggiatrice di cinema e di televisione, nonché traduttrice, paroliera e illustratrice. Ha ricevuto una laurea Honoris Causa dall’Università di Bologna in Scienze della Formazione. E’ stata inoltre una delle finaliste del premio Andersen Award, una sorta di premio Nobel della letteratura per l’infanzia. Durante gli anni dell’università si è dedicata ad un Cineforum e a un Cineclub. Per quanto riguarda il suo lavoro in campo cinematografico, ha realizzato alcuni cortometraggi ad 8 millimetri e ha partecipato a ben cinque edizioni del Festival Cinematografico di Locarno, in Svizzera. In campo giornalistico ha scritto numerosi articoli di critica cinematografica, ma anche di costume sassarese. La Pitzorno ha avuto anche alcune esperienze lavorative distaccate dall’ambiente letterario, ad esempio ha lavorato come direttrice di un cantiere, dove si è occupata della tenuta dei libri paga, dell’assunzione degli operai e della catalogazione dei materiali. Per divertimento si è inoltre occupata di scrivere e disegnare racconti e ballate ambientate nel mondo medievale e nuragico. La scrittrice ha inoltre imparato a fotografare e stampare le sue foto, dedicandosi in particolare al ritratto fotografico.

E’ stata insignita di numerosi premi letterari, tra cui il Premio Cento nel 1988 per il romanzo La bambola dell’alchimista e, nello stesso anno, anche il Premio Castello di Sanguinetto per Sulle tracce del tesoro scomparso. Nel 1989, invece, ha vinto il Premio alla fantasia Gianni Rodari per Streghetta mia. Nel 1992 è stata insignita del Premio Andersen per Ascolta il mio cuore; ne riceverà altri due, uno nel 1995 per Diana, Cupido e il Commendatore e un altro nel 2001 per Tornatràs. Nel 1998 ha vinto il premio Pippi per il romanzo Re Mida ha le orecchie d’asino, mentre nel 2004 è stata insignita del premio Castello di Sanguinetto per L’amazzone di Alessandro Magno.

E’ stata, seppur per poco tempo, attiva politicamente: si è candidata nel 2009 nelle file di Sinistra e Libertà, senza essere però eletta. Ha ottenuto nel 1997 il Premio La Rosa blanca, proveniente dall’associazione cubana degli scrittori. Nel 2000, inoltre, è diventata Ambasciatrice del Comitato Italiano dell’Unicef. Oltre a ciò, ha scritto numerosi saggi, principalmente dal 1996 al 2009: l’ultimo è Giuni Russo, tratto dall’opera Un’estate al mare al Carmelo. Si è occupata di lavorare anche come traduttrice: la sua prima traduzione è quella del libro Le avventure di Tom Bombadil, pubblicato nel 1978, mentre l’ultima è quella del libro Cosa succede nella pubertà, uscito nel 2008.
Il romanzo d’esordio
Il suo romanzo d’esordio è datato 1970 e si intitola Il grande raduno dei cow-boys; esso ha avuto abbastanza successo. arra le vicende di Martino, un bambino che si immagina di essere un cow-boy, simile a quelli che vede in televisione. Nei suoi giochi Martino è indipendente e forte, ma la nascita della sua sorellina porta a un cambiamento, perchè anche lui torna a riutilizzare il ciuccio come i bambini piccoli, soprattutto quando deve andare a letto. Si chiederà, quindi, come reagiranno i cow-boys quando lo vedranno partecipare al bivacco con il ciuccio in bocca. Il libro è piuttosto breve: sono appena 32 pagine, ma già da lì l’autrice ha mostrato tutta la “stoffa” da grande autrice, quale sarebbe poi diventata. Il resto, poi, è storia.
L’ultimo libro
Bianca Pitzorno scrive dal 1970 e non ha ancora smesso di farlo. La sua ultima fatica lavorativa è del 2015 e si intitola La vita sessuale dei nostri antenati – spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi. Ada è la protagonista della storia e ha 37 anni. Il libro è ambientato nel 1979 e la protagonista è una ricercatrice e insegnante nell’Università di Bologna. Durante una conferenza, ad Ada accadono diversi fatti particolarmente bizzarri: conosce una studentessa che si rivela essere una medium, finisce a letto con uno sconosciuto e apprende dalla cugina Lauretta la notizia che lo zio Tan sta per morire. Si tratta senza dubbio di un libro dallo stile differente rispetto a quello a cui quest’autrice, che spesso leggevamo da adolescenti, ci ha abituati. Proprio all’inizio del libro, l’autrice fa sì che la protagonista Ada scriva una lettera a sua cugina Lauretta, in cui le parlerà di sesso e dell’attività sessuale dei loro bisnonni, nonni e genitori, fino ad arrivare a loro. Proprio in merito a ciò, Bianca Pitzorno ha parlato di questa storia come di una di “gender” e “transgender”. E’ come una sorta di autoanalisi, in cui si scopre che nessuno o quasi è stato allevato dai propri genitori. Ada è una donna molto ragionevole che, però, spesso si fa condizionare dall’irrazionale. Da tale romanzo si riesce a capire anche l’amore per la pittura, per i ritratti a olio e per le fotografie, che l’autrice del romanzo ha. Questo libro è forse uno dei pochi romanzi “per adulti” che Bianca Pitzorno ci ha offerto lungo tutta la sua pluridecennale carriera. Tale libro ha vinto anche un premio nel 2016: il Salvatore Cambosu.
Le ragioni del successo
Come sempre, è difficile dire quali siano le ragioni del successo di una persona. E’ difficile farlo anche se stiamo parlando di Bianca Pitzorno, autrice di diversi libri anche per bambini e ragazzi che ha accompagnato una moltitudine di persone all’adolescenza. La Pitzorno è stata anche spesso oggetto di contestazioni: spesso, infatti, è stata additata per non aver usato spesso un gergo giovanile e per non aver considerato diversi temi. Probabilmente, le ragioni del successo della scrittrice sarda sono riconducibili al fatto che, nelle sue storie, spesso si sofferma a trattare di sentimenti e di relazioni degli essere umani. Le persone, in questo modo, si ritrovano nelle storie che racconta.

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