Tutti a citare il Pasolini di Valle Giulia che si dichiarava dalla parte dei poliziotti, veri figli dei poveri, contro gli studenti borghesi della contestazione del ’68. Ma lo schema oggi non si può riproporre: in piazza ci sono solo i poveri!
Non c’è politico o pseudo-intellettuale di destra che, in occasione di proteste e scontri con la polizia, non citi la poesia Il Pci ai giovani di Pier Paolo Pasolini, quasi sempre senza conoscerne interamente il testo.
In quelle righe Pasolini sconvolge i luoghi comuni della sinistra, questo del resto fanno i grandi scrittori, schierandosi dalla parte dei poliziotti (“figli dei poveri”) e contro gli studenti del ’68 (“figli di papà”) che avevano ingaggiato con le forze dell’ordine uno scontro di piazza.
Solo la grande onestà intellettuale di Pasolini, e un sincero e viscerale amore per il popolo, potevano ispirare quei versi; del resto non si può certo dire che lo sguardo del poeta non sia stato lungimirante e profetico.
I rivoluzionari per gioco del ’68, una volta cresciuti, hanno ben pensato di barattare i loro ideali e i loro sogni di un mondo diverso con un lavoro ben pagato garantito da papà, la Mercedes e la villa al mare. Per diventare poi, qualche decennio più tardi, conservatori e addirittura berlusconiani: anche le biografie di molti personaggi pubblici offrono la prova di un percorso di questo tipo.
Ciò non toglie che citare oggi quella poesia per inquadrare gli scontri tra No Tav e poliziotti in Val di Susa – come ha fatto da ultimo Maurizio Belpietro nella scorsa puntata di Servizio pubblico – non abbia nessun senso.
Perché è passata un era, perché è cambiato il mondo, i riferimenti politici, la composizione per classi della società. Perché oggi i figli dei borghesi non ci provavo neppure più a giocare ai rivoluzionari, preferiscono passare immediatamente all’incasso della rendita di posizione che può garantirgli la famiglia, e in piazza si trovano a menarsi solo i poveri: da una parte i poliziotti, che restano i figli di proletari di allora, e dall’altra parte precari, disoccupati, famiglie, anziani.
La borghesia non si sporca più le mani, tanto oggi apparire progressista non va nemmeno più di moda.
(In alto: Pasolini; fonte: infophoto).



