Panariello non esiste, Aria Fresca e l’uso di internet.
Di Giorgio Panariello ho un ricordo indelebile: met… anni ’90, Telemontecarlo, un programma intitolato Aria Fresca. Presentava un giovane (ma gi… abbronzato) Carlo Conti. Uno stuolo di comici, tra cui lui, Giorgio, ed i suoi tormentoni. “Si vede il marsupio?”, “Mariannaggane!”, “Mezz’avvoi, Lello Splendor!”, “So’ Simone, Power Ranger!”. Mi faceva molto ridere, all’epoca. CioŠ pi— di quindici anni fa.
Ieri sera l’ho rivisto su Canale 5. Seconda puntata del suo supershow. I tempi di Aria Fresca son lontani, e non posso fare a meno di chiedermi cosa sia successo nel frattempo. PerchŠ a me, scusate, il Panariello di ieri non ha particolarmente entusiasmato. In questi anni son cambiato pi— io, o Š cambiato pi— lui?
Mah, probabilmente son cambiati i tempi e i modi, tutto qui. Il primo monologo di Panariello sui clichŠ dei film americani, ad esempio, mi ricorda qualcosa.
Come se avesse preso spunto da qualche parte. Riesce anche a piazzare una delle battute pi— inflazionate del globo (su La Signora in Giallo, ovvero “porta sfortuna, dove va lei c’Š un omicidio“, roba che i fan di Sherlock Holmes e Poirot avran sentito tipo centomila volte).
Ad un tratto utilizza anche la voce del Papa, prendendo in prestito l’ironia di questo video. Mister Panariello, non c’Š che dire, attinge a piene mani dal web.
Senza dire che attinge dal web. Io lo guardo ballicchiare accanto al superospite (!) Michel Tel• con la sua inevitabile Ai Seu Te Pego, e il Giorgio di Aria Fresca, pur non disdegnando quello di oggi, un po’ mi manca.
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