Mediaset vs YouTube, è il presupposto ad esser sbagliato

Fa sorridere e preoccupare al tempo stesso questa causa di Mediaset contro YouTube. Se quella di Mediaset era una mera azione di business – ne ha giovato la borsa, si sappia – allora potremmo parlare solo di speculazione senza sederci e ghignare della nostra condizione di arretratezza; ma purtroppo non è solo così.

Questa causa fa sorridere perchè parte da un presupposto sbagliato, seppur supportato da una legge che gioca a proprio favore. Non c'è niente da fare, la violazione del copyright è violazione. Punto. E come tale fa passare dalla parte della ragione Mediaset. Ma la richiesta di danni, così esosa, non è supportata dalla logica.

Youtube vive di frammenti televisivi caricati dagli utenti, vive di spezzoni che non creano alcun prodotto finito. Una doccia di Sara Varone con tanto di capezzolo in vista, video tra i più visti su Youtube, non è la riproposizione dell'intera Buona Domenica (Dio ce ne scampi). Uno stralcio dell'upskirt di Alessia Fabiani, che si presenta a Buona Domenica per fare il salto con l'asta senza le mutande, non è la riproposizione di Buona Domenica (e Dio ce ne scampi ancora). Le nudità  degli inquilini della casa del Grande Fratello non sono la riproposizione del'intero reality.

La presenza di queste perle su Youtube però permette a Mediaset di ricavarne un grande guadagno, anzi, un doppio guadagno. Chissenefrega degli incassi pubblicitari mancati di Mediaset, su Youtube si creano fenomeni mediatici che la tv non è nemmeno più in grado di plasmare dopo ore di "brain storming". Il tormentone si è spostato in rete, la tv può solo ad amplificarlo. Già, perchè finalmente gli utenti hanno una partecipazione diretta, basta un click, e poi un altro click, e poi migliaia di click, per avere sotto mano un report di ciò che piace o non piace, di ciò che tira o non tira. E non solo, Mediaset in un perverso "gioco di andata e ritorno", grazie a Youtube può godere di un business che parte dalle proprie mani e torna a casa carico di prospettive.

Nessun danno, non c'è nessun danno. Solo pubblicità gratuita e amplificazione di un fenomeno. Per Silvio Berlusconi c'è solo da guadagnare.

Ma poi c'è la parte, ancor più importante, legata alla Rete e ad una tv che ha bisogno di rinnovarsi. Il target pubblicitario delle reti Mediaset si sta spostando in Rete, un tv che è rimasta agli anni ottanta non ha nulla di bello da offrire, e così i giovani si spostano su internet o sul satellite. C'è bisogno di innovarsi, cara tv. E di libertà, di condivisione senza vincoli.

Youtube, grazie alla presenza attiva degli utenti e della community, seleziona solo ciò che merita (o che sollazza i pruriginosi bisogni degli utenti, è vero). Mette in risalto un intervento e getta via il resto della trasmissione, porta alla luce un personaggio valido e lascia da parte la melma che lo circonda, mostra una tetta di una bella donna senza doverti far subire due ore di chiacchere inutili. Comunque sia non ti offre mai il prodotto finito. Non dà la possibilità di assistere alla replica di un'intera trasmissione: non è quello il fine, in quei lidi si fotografa solo un istante che, a torto o a ragione, è quello che colpisce il pubblico.

Così facendo, oltretutto, viene donato a quell'istante l'immortalità. O l'oblio.

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(Qui trovate gli altri post della rubrica "Lo Spettacoliere" di Matteo Failla).

Scritto da Style24.it Unit

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