Chi era Mary Anning: la vita della cacciatrice di fossili

Mary Anning, vera pioniera nel campo della paleontologia, si dedicò per tutta la vita alla raccolta, allo studio e alla vendita di fossili.

Mary Anning è stata una pioniera nell’ambito della paleontologia. Sebbene autodidatta, la ragazza dei dinosauri dava la caccia ai fossili sulla Jurassic Coast. L’esploratore Ludwig Deichart l’ha definita “la principessa della paleontologia”.

Chi era Mary Anning: la vita della paleontologa

Mary Anning nasce in una famiglia modesta, non ha educazione e vive in un paese periferico dell’Inghilterra, tra le scogliere del Dorset e del Devon, ricche di fossili del Giurassico. Mary è l’unica di dieci figli a sopravvivere insieme al fratellino Joseph, e solo casualmente. Quando aveva appena un anno, un fulmine la colpisce mentre era in braccio alla vicina.

Fin da bambina la consideravano una selvaggia, con le sue unghie sporche e i capelli arruffati dal mare, sempre in giro sulle spiagge alla ricerca di fossili anziché in casa ad aiutare la madre. Era stato il padre Richard a insegnare alla figlia a riconoscere i fossili, a prelevarli e ripulirli. Richard morì di tisi quando Mary era solo una bambina e, insieme alla madre e al fratello Joseph, la ragazza continuò l’attività del padre. Sarà il fratello a scoprire il primo cranio di Ichtyosaurus, un rettile marino. L’anno seguente lei riuscì a ricomporre buona parte del rimanente scheletro. Col tempo, il suo fiuto, la sua vista acuta e la sua ostinazione l’avrebbero resa artefice di alcune scoperte davvero grandiose. L’esploratore tedesco Ludwig Deichart la soprannomina “la principessa della paleontologia”.

La fama di questa ragazzina abilissima nel trovare i fossili e delle sue scoperte cominciò a crescere e circolare anche tra gli studiosi dell’epoca. Molti esponenti dell’ambiente scientifico vollero incontrarla e osservarla durante le sue ricerche, tra cui i geologi William Buckland e Henry De la Beche e il tenente Thomas James Birch.

I mancati riconoscimenti scientifici

La sua consacrazione come paleontologa, capace di influenzare le teorie scientifiche dell’epoca e non solo, arrivò nel 1823 con il ritrovamento di un enorme scheletro di plesiosauro, un rettile marino che suscitò non poco interesse nella comunità scientifica.

Tuttavia, quando il plesiosauro venne presentato alla Geological Society di Londra, il nome della sua vera scopritrice non venne mai pronunciato. Le donne non erano ammesse alla Geological Society: l’unico modo per mettere piede dentro la sede era essere in servizio nelle cucine, racconterà la stessa Mary. Mary soffrì molto per questa discriminazione, ma la vendita dei fossili le permise di risollevarsi almeno a livello economico. Nel 1826 infatti apre il suo negozio: Anning’s Fossil Depot.

Imperterrita e non curante del giudizio altrui, Mary Anning si dedicò per tutta la vita alla raccolta, allo studio e alla vendita di fossili e alla ricostruzione di scheletri di interi animali in maniera davvero ineccepibile.

Gli ultimi anni

Gli ultimi anni della sua vita furono segnati da difficili condizioni di salute da una situazione economica altrettanto problematica. Mary Anning morì il 9 marzo 1847, a soli 47 anni, per un cancro al seno. L’amico De la Bèche, presidente della Geological Society, ne pronunciò l’elogio funebre davanti all’assemblea della società, come se la paleontologa fosse stata uno dei suoi membri.

Data la mancanza di riconoscimenti ufficiali in vita, la sua storia sarebbe forse finita nel dimenticatoio se Charles Dickens non le avessse dedicato, anni dopo, alcune pagine sulla rivista letteraria All Year Round, definendola come la “figlia del carpentiere che si guadagnò un nome tutto per sé e se lo meritava”.

Il suo nome rientra a pieno titolo tra quelli delle donne le cui scoperte hanno contribuito all’avanzamento scientifico, sebbene in vita la società scientifica, composta solo ed esclusivamente da uomini, non riconobbe loro gli onori dovuti. Mary Anning può essere annoverata tra le pioniere in campi da cui tradizionalmente le donne venivano escluse, come Ada Lovelace e Sylvia Earle.

Scritto da Alessia Vitale

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