Blogosfere Spettacoli ha seguito questa mattina la conferenza stampa di presentazione tutta milanese, nella splendida location della Terrazza Martini, de "L'Uomo Nero", un film di Sergio Rubini, con Riccardo Scamarcio e Valeria Golino.
Sergio Rubini alla regia racconta una bella favola, coi toni della commedia, ci mostra come in un figlio possa maturare il desiderio di staccarsi dal proprio padre, un distacco che permette di rivendicare la propria identità, per togliersi di dosso gli abiti di figlio e diventare un uomo, magari il più possibile diverso dal proprio padre.
A volte però, passano gli anni e, ripensando a quello strappo cruciale, ci si accorge che il nemico non è il padre in quanto persona ma il ruolo che interpretava nella vita, l'immagine che tu figlio gli attribuivi.
Il ricordo di allora così si addolcisce – il tono del film infatti è leggero, da commedia – e si colora di una nuova luce. L'uomo che si nascondeva dietro il genitore adesso ha sembianze profondamente diverse, ragioni e pulsioni condivisibili, aspetti talvolta addirittura sorprendenti…
Blogosfere ha seguito la conferenza e qui sotto trovate alcuni video con gli interventi dei protagonisti! Qui invece il link per vedere il photocall con Sergio Rubbini, Valeria Golino e Riccardo scamarcio su Style & Fashion.
Qui il video con l'intervento di Sergio Rubini
Questa la trama del film! Gabriele Rossetti torna in un paesino della Puglia per l'estremo saluto al padre morente, Ernesto. Le ultime parole dell'anziano risvegliano in lui il ricordo di un episodio lontano nel tempo.
Siamo negli anni '60. Gabriele è un bambino vivace. Suo padre è il capostazione della ferrovia locale, la mamma, Franca, insegna lettere alla scuola media. I tre non vivono da soli. Con loro c'è anche zio Pinuccio, il fratello di Franca, un giovane sotto i trenta, scapolo, con una redditizia drogheria sul corso.
Qui il video con l'intervento di Riccardo Scamarcio
La vita del piccolo Gabriele scorrerebbe alla perfezione, se non fosse per gli sbalzi d'umore del padre. Ernesto infatti è uno scontento. Ha sicuramente un certo talento, – l'uomo dipinge, da ragazzo avrebbe voluto fare il liceo artistico, cosa che suo padre gli ha impedito – ma non riesce a raggiungere i risultati che sogna. Per di più l'ambiente paesano si accanisce, soprattutto per bocca di due rappresentanti del ceto colto, il Professor Venusio e l'Avvocato Pezzetti, contro la sua vocazione artistica. I due lo considerano un dilettante che farebbe meglio a dedicarsi al suo lavoro di capostazione e alla famiglia, piuttosto che perdere tempo con colori e pennelli. E in questo modo gli avvelenano la vita.
Le tensioni di Ernesto si rovesciano sulla moglie Franca, sul tran tran domestico. Gabriele, perciò, cerca conforto presso lo zio Pinuccio.
Qui l'intervento video di Valeria Golino
Il giovane commerciante infatti, concreto, scanzonato e un po' vitellone, ottimo maestro di allegre malizie, appare agli occhi del piccolo molto più seducente di quel "pesantone" del padre. Senza contare che Gabriele ha un altro suo segreto punto di fuga: le evasioni visionarie a cui fa ricorso grazie a una fantasia accesissima, che gli permette di vedere anche ciò che agli altri rimane nascosto.
Il tempo dell'infanzia scorre, così, pieno di sorprese e Gabriele, stretto tra i giochi con i compagni, le incomprensioni con il padre mitigate dalla dolcezza severa della mamma e la fascinazione di zio Pinuccio, diventerà parte di una storia familiare il cui senso vero, tuttavia, gli sfuggirà.
Qui il secondo e ultimo intervento di Riccardo Scamarcio
Solo quando il Gabriele adulto dovrà occuparsi della sepoltura del vecchio genitore e passerà la notte nella casa della sua infanzia, scoprirà una verità fino ad allora inimmaginata che modificherà profondamente la prospettiva da cui ha sempre guardato suo padre.