Dopo essere stato convocato dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, per chiarimenti sulla linea editoriale del telegiornale che dirige, Augusto Minzolini ha deciso di uscire allo scoperto. E in un editoriale andato in onda nell'edizione di ieri del Tg1 ha tentato di spiegare l'inspiegabile, ovvero perché un organo di informazione invece di dare le notizie le occulti (ci riferiamo, evidentemente, all'inchiesta di Bari e alle rivelazioni di Patrizia D'Addario sulle feste a casa Berlusconi).
Queste le parole di Minzolini: «Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull'ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori».
Che dire? La regola secondo la quale si dovrebbero riferire le notizie solo in presenza di ipotesi di reato ci giunge nuova e soprattutto risulta sconosciuta in qualsiasi paese del mondo, anche perché a seguirla si rischierebbe di ridurre il giornalismo a semplice bollettino giudiziario.
Stupisce poi che tanta prudenza – tale da sconfinare pericolosamente nella reticenza e nell'autocensura – provenga da uno che, nella carta stampata, è diventato famoso proprio come spietato retroscenista (tanto da meritarsi il soprannome di squalo), come divulgatore di informazioni confidenziali, indiscrezioni e voci di corridoio non controllate e spesso inverificabili.
Intanto il Tg3, l'unico notiziario in chiaro che ha avuto la decenza di non oscurare gli scandali che sono piovuti addosso a Silvio Berlusconi, aumenta di giorno in giorno il suo ascolto. Che il telespettatore medio stia cominciando a svegliarsi?
(Nella foto: Barbara Montereale, una delle ragazze coinvolte nell'inchiesta di Bari).
